“Arte e politica devono rimanere separate!”
Pochi personaggi ma ben delineati, anche grazie alle esemplari interpretazioni di due mostri del cinema (Harvey Keitel, Stellan Skarsgård), che si muovono (sebbene molto poco e più che altro burocraticamente) all’interno di uno splendido ritratto della Germania post-nazista e filo americana. Un film verità che racconta la storia di una grande personalità artistica del regime Hitleriano: il direttore d’orchestra Wilhelm Furtwangler e di come venne a torto o a ragione trattato e interrogato durante le indagini che a quel tempo il governo alleato conduceva ai fini della denazificazione della Germania. Ne emergerà un quadro a realistico di un paese devastato dalla guerra, ancora sconvolto e attonito, che cerca di rialzare la testa pesante di anni di oppressione.
In tutto questo Wilhelm Furtwangler è uno dei tanti, che all’epoca erano accusati di aver collaborato con la dittatura. Egli ha indubbiamente qualcosa che pesa sulla sua coscienza d’artista e sarà il maggiore Steve Arnold (Harvey Keitel), mettendolo sotto torchio con la sua americana e ottusa ostinazione, a scoprire cosa opprime la coscienza di Furtwangler. Se siete amanti dell’azione questo film non fa per voi.