“Le cose che hanno lo stesso odore devono stare insieme”
Ritengo Andrea Segre uno dei registi italiani più validi di questa seconda decade del nuovo millennio, tanto dal punto di vista tecnico quanto per le tematiche che introduce nei suoi film e documentari. In “La Prima Neve”, Segre ci propone la storia di Dani, ragazzo nativo di Lomè (Togo) e residente in Libia, il quale, dopo aver lasciato in fretta e furia la sua casa a causa della guerra, approda in Trentino, in un paesino sperduto nella Valle dei Mocheni. Lì entrerà in contatto con la popolazione locale che, nonostante la diversità, sembra accoglierlo senza pregiudizi. Ma Dani cela un dolore profondo nel suo cuore, un dolore che non gli consente di mettere radici e addirittura gli toglie la forza di occuparsi della sua figlioletta di un anno. Tuttavia, l’incontro con il piccolo Michele, ragazzino undicenne orfano di padre, sembra scuotere l’animo di Dani: le loro lunghe passeggiate per i boschi alpini, fatte di silenzi, di sguardi, ma anche di storie e confessioni, permetteranno ai due di conoscersi, di comprendere le rispettive sofferenze ed in ultima istanza anche di aiutarsi.
Un film sul dolore più che sull’emigrazione; una storia toccante su due persone emarginate nella propria sofferenza; una pellicola che invita a fermarsi e a riflettere immersi nella bellezza segreta dei boschi, in attesa della prima neve.