Starbuck – 533 figli e non saperlo

Starbuck - Ken Scott, 2011


Voto medio: 3,56
(9 voti totali)

Film consigliato

da

DURATA: 109 minuti
GENERE: Commedia, Sentimentale
CAST: Patrick Huard, Julie LeBreton, Antoine Bertrand, Dominic Philie, Marc Bélanger.

“Cosa ci guadagni?”
“Avere la soddisfazione di aiutarti a cambiare la tua vita!”

Consiglio da saggezza popolare: non giudicate mai un libro dalla copertina! In questo caso però, mi sento di adattare il detto ad una lettura cinematografica: non lasciatevi ingannare dal titolo da commedia trash americana! Starbuck infatti può sembrare (anche vedendo i vari trailer) una di quelle “stupidate” d’oltreoceano prodotte per fare soldi grazie alle grasse risate ed un livello di comicità pari ai cinepanettoni made in Italy. Questa produzione invece (va sottolineato che si tratta di una commedia Canadese) riesce a creare un giusto mix di comicità intelligente ed arguta con un pizzico di drammaticità e sentimentalismo. L’equilibrio tra i due generi “opposti” è molto stabile, ed è ciò che rende questa pellicola un film da vedere. Magari non lascerà il segno, ma promette sicuramente un’ora e mezza abbondante di divertimento e commozione, lasciando soddisfatto chiunque sia in cerca di un buon film non impegnativo.

Patrick Huard interpreta con molta credibilità David, il protagonista. Un uomo adulto che non si è del tutto staccato dall’adolescenza… ma che verrà presto messo di fronte ad una responsabilità elevata: un avvocato lo informa che egli è padre di 533 ragazzi, 142 dei quali vogliono conoscerlo. Incredibile da credersi, ma tutto ciò è reale: 23 anni prima, David effettuò una serie esagerata di donazioni di sperma per tirar su un bel po’ di soldi (durante il film non viene spiegato perché, ma lo spettatore più attento capirà il fine grazie ai sottili indizi); per far ciò usò lo pseudonimo “Starbuck”, appunto, che gli ha potuto garantire l’anonimato fino al presente. Ora, aldilà di una causa intentata dai giovani coetanei per svelarne l’identità, ci troviamo di fronte ad una scelta molto importante per la vita del protagonista: far finta di nulla o farsi conoscere come padre biologico dagli innumerevoli frutti del suo seme?

Sicuramente non è una vicenda che ci tocca sul vivo, ma che potrà coinvolgerci grazie alla simpatia dei personaggi ed alle mille sfaccettature di David. Se avete apprezzato la serie TV “My name is Earl”, ritroverete il buonismo caratteristico del telefilm, unito ad irriverenza e riflessione (entrambi non troppo accentuati, per garantire fluidità e leggerezza). Chissà se Ken Scott (regista stesso di questa pellicola!) e Vince Vaughn saranno stati all’altezza, con il remake hollywoodiano in uscita a fine 2013… Credo comunque che un prodotto già così ben completo e definito, sia imbattibile!