“Non dire così, che mi metto a piangere… e i fantasmi non piangono”
Almodóvar ha il suo stile inconfondibile, che permea ogni sua produzione: i suoi film sono stracolmi di personaggi bizzarri (psicopatici, spacciatori, maniaci, travestiti ecc…), e viaggiano al confine estremo con la favola. Sinceramente ritengo che tanti dei suoi lavori risultino pesanti, esageratamente surrealisti e, soprattutto, siano troppo spesso uno la fotocopia dell’altro. Detto questo, Volver è, a mio avviso, una delle sue opere più riuscite ed esprime in modo equilibrato ed efficace tale connubio di magia e verosimile realtà.
La storia racconta le vicende di Raimunda (Penélope Cruz) e Sole (Lola Dueñas), due sorelle che provengono da un ventoso paesino della Castiglia-La Mancia. Nel borgo molti sostengono di aver visto il fantasma di Irene, madre delle due donne, scomparsa in un incendio anni addietro. Saranno solo le superstizioni e paranoie di uno sperduto centro campagnolo o c’è davvero qualche misterioso segreto dietro le suddette apparizioni??
Come in ogni film di Almodóvar, la recitazione di alto livello è garantita da un cast clamoroso (praticamente tutto al femminile), nel quale spiccano, fra i tanti, una voluttuosa Penelope Cruz e l’esperta Carmen Maura. Per gli amanti di Don Pedro una scelta sicura, per tutti gli altri una validissima alternativa.