Rimanere a casa per prevenire la diffusione del virus e l’eventuale collasso del sistema sanitario è la scelta che, volenti o nolenti, dobbiamo rispettare in attesa che passi questa quarantena per COVID-19. Quindi perché non approfittarne per scoprire (o riscoprire) il meglio del cinema mondiale?
Non prendeteci per pazzi: non ci piace girare il coltello nella piaga, anzi! Cerchiamo solo di prendere con ironia la situazione, riderci un po’ su e passare più velocemente questo periodo di confinamento. E poiché sappiamo che stare rinchiusi a lungo senza fare nulla può avere un impatto sulla salute mentale, noi de I FILM DA VEDERE abbiamo voluto “contribuire” con il nostro granello di sabbia a questa crisi proponendoti un elenco di dieci film su… ahem… persone che impazziscono per essere state rinchiuse a lungo!
Quindi, per coloro che vogliono dare un po’ di sapore a queste lunghe settimane di isolamento che ci aspettano, ecco dei filmoni da vedere assolutamente per evitare di fare la stessa fine dei protagonisti!
Oldboy
Il film di Chan Wook-Park è un classico del cinema coreano ed è stato a lungo il lavoro asiatico di riferimento, fino a quando Bong Joon-Ho lo ha detronizzato con lo spettacolare Parasite.
Di cosa parla? Un uomo d’affari viene rapito senza motivo apparente e rinchiuso per quindici anni in una stanza in cui non ha altra distrazione che una televisione. Quando viene finalmente rilasciato, il suo rapitore lo informa che ha cinque giorni per scoprire la causa della sua prigionia o ucciderà sua figlia… bene, no?
E la follia? Inutile dire che passare quindici anni in una stanza non è cosa che ci auguriamo: il protagonista di Oldboy, lungi dal diventare un eroe etico, esce dal suo confinamento trasformato in una bestia che ha dimenticato come comportarsi nella società. Oh, e che vede anche delle formiche giganti che camminano nella metropolitana. [Recensione completa]
La Cosa
The Thing è probabilmente il film più noto di John Carpenter. I suoi rivoluzionari effetti speciali e la sua impostazione claustrofobica lo hanno reso un classico del film horror che lo ha portato ad essere parodiato e referenziato in più occasioni sin dalla sua prima edizione nel 1982.
Di cosa parla? In una base nordamericana in Antartide, un gruppo di scienziati scopre una forma di vita parassitaria che può assumere la forma di esseri viventi.
E la follia? Essendo completamente impossibilitata la comunicazione con l’esterno, rinchiusi in una stazione bloccata dalla neve e come se non bastasse con una creatura che può prendere le sembianze di qualsiasi persona, la paranoia inizia a impossessarsi del gruppo e diventa un elemento pericoloso tanto quanto questo simpatico alieno. Sostituisci “la cosa” con il Coronavirus et voilà, una meravigliosa allegoria dei tempi moderni. [Recensione completa]
Climax
Climax è un film strano forte. È come andare sulle montagne russe, strafatti di allucinogeni e con della techno di sottofondo. È un film che può disturbare parecchio, ma che è realizzato con tanta cura e maestria che alla fine non si può non apprezzare.
Di cosa parla? Un gruppo di ballerini sta provando una coreografia in una baita di montagna – chissà per quale motivo, poi…? – quando scoprono che qualcuno ha messo l’LSD nel punch da cui hanno bevuto tutti…
E la follia? Presente, dal primo minuto fino a quando scorrono i credits. Raccontato quasi esclusivamente con due “piani sequenza”, dove danza e paranoia si mescolano nel viaggio psichedelico più colorato, ritmico e terrificante che tu possa mai vedere: un fantastico incubo.
The VVitch
Il primo film di Robert Eggers è stato elogiato in tutti i festival in cui è stato presentato e certamente le ragioni non mancano: con un’ambientazione dettagliata all’estremo, i suoi personaggi parlano in inglese antico e vivono in un mondo in cui l’esistenza di dei e mostri non era discutibile, ma reale come gli alberi e le nuvole.
Di cosa parla? 1630, New England. Una famiglia viene cacciata dal proprio villaggio e deve essere confinata in una casa ai margini di una foresta che si ritiene sia infestata da fantasmi.
E la follia? Lontano dalla società e con una creatura in agguato nella foresta, i familiari scatenano i loro impulsi più oscuri: lussuria, rabbia e invidia sono alcuni dei peccati che iniziano a rendere impossibile la convivenza all’interno della casa. [Recensione completa]
Misery non deve morire
Classico dei classici. L’adattamento del romanzo di Stephen King è il film di riferimento quando si parla di isolamento e follia. È anche una delle poche pellicole horror ad aver vinto un Oscar (migliore attrice per la regina Kathy Bates).
Di cosa parla? Paul Sheldon è uno scrittore di romanzi rosa che, stanco del suo merdoso lavoro, decide di “uccidere” la protagonista delle sue fatiche letterarie e di rifugiarsi in Colorado per scrivere un romanzo serio. Quando torna a casa subisce un incidente dal quale viene salvato da Annie Wilkes, la sua autoproclamata fan numero uno. Ossessionata dal personaggio di Misery, Annie tiene Sheldon a casa e lo costringe a scrivere un nuovo libro in cui fa rivivere la protagonista.
E la follia? La follia si chiama Annie Wilkes. Un personaggio tanto patetico quanto terrificante, la cui instabilità mentale mascherata da fanatismo la rende imprevedibile. Si avvicina alla follia anche Paul Sheldon, il povero scrittore che deve sopportare i pericolosi sbalzi d’umore della sua carceriera. [Recensione completa]
Il Gioco di Gerald
Un altro adattamento del lavoro di King da parte di Mike Flanagan, un film che riesce a sviluppare una storia basata sulle paure più efficaci e vicine: le ossessioni. I ricordi, i traumi e tutti i tipi di attacchi a noi, gente comune, non ci lasciano sempre un segno indelebile? Il gioco di Gerald è proprio quel tipo di orrore: la tragedia personale.
Di cosa parla? Il gioco di Gerald racconta di Jessie Burlingame (Gugino) e Gerald Burlingame (Greenwood), una coppia che decide di fuggire nella loro isolata casa di campagna per riaccendere la fiamma del matrimonio, ormai scomparsa da anni. Lui è un avvocato di successo e lei una casalinga sottomessa che, nel mezzo di un gioco sessuale che prevede l’uso di manette, innesca ricordi d’infanzia e traumi proprio nel momento in cui Gerald muore di infarto. Così Jessie non solo deve trovare un modo per fuggire dalle manette, ma anche da… la sua propria testa.
E la follia? Hai letto qua sopra???
Shining
Tutto ciò che si può dire su The Shining è già stato detto e ripetuto fino alla noia. La fotografia maniacale, la performance di un altro mondo di Jack Nicholson, Kubrick che non ha seguito fedelmente il libro di Stephen King ecc. Se dopo decenni di raccomandazioni non l’hai ancora visto, speriamo che la pandemia ti faccia cambiare idea.
Di cosa parla? Jack Torrence si trasferisce con la sua famiglia all’Overlook Hotel per la custodia e manutenzione durante la stagione invernale… quando è chiuso e isolato dalla neve. Con il passare dei giorni, Jack inizia ad essere testimone di eventi soprannaturali, mentre perde la testa.
E la follia? C’è un attore migliore di Jack Nicholson per catturare la discesa nella demenza più istrionica? Probabilmente no. Il personaggio di Jack Torrence è ormai diventato un meme che riappare di tanto in tanto quando si tratta di situazioni di blocco o mancanza di connessione a Internet. Folle comunque è chi non ha ancora visto questo film, non ci stancheremo mai di ripeterlo. [Recensione completa]
Room
Un film più ottimista e colorato degli altri. Occhio, che non è esente da sofferenza e tensione per distruggere per bene i nostri nervi.
Di cosa parla? Una donna è stata rapita per sette anni e rinchiusa in una stanza con suo figlio Jack, che non ha mai visto il mondo esterno. Con il pargoletto sempre più curioso e interrogativo, la madre sa che non sarà in grado di mantenere questa situazione a lungo.
E la follia? Il film si distingue proprio perché, nonostante la situazione di merda in cui si trova Brie Larson, riesce a mantenere un’integrità che diventa l’unica barriera tra suo figlio e la follia. Quindi, se c’è una pellicola con una possibile utilità pubblica in questo momento, è questa. Sii come Brie Larson e non cadere nella disperazione. [Recensione completa]
Kynodontas
Uno dei film preferiti della persona che sta scrivendo, giusto per dare un po’ di senso a tutto questo parlare di isolamento e pazzia: se riuscirete a sopportare la visione di una delle prime opere maestre di Yorgos Lanthimos, potrete sopravvivere tranquillamente a questa quarantena. Ce l’hanno fatta i giurati dei festival di Cannes e degli Oscar d’altronde, e ben prima de The Lobster e La Favorita, produzioni decisamente mainstream al confronto.
Di cosa parla? La decisione di un padre di tenere segregata la propria famiglia in casa per tutta la vita è decisamente discutibile (leggere con ironia); ma ciò che è più sconvolgente è come i tre figli, cresciuti in cattività, non si facciano alcuna domanda su cosa ci sia nel mondo esterno: lo scopriranno o no? Boh, so solo che la situazione è talmente shockante che non mi ricordo il finale. Meglio, ne approfitterò per sapere come si possa vivere senza il “là fuori”… Guardalo e poi dimmi come ti senti, eh.
E la follia? Il termine “cattività” calza a pennello con la crescita delle due sorelle e il fratello, figli di due ricchi genitori che non vogliono per loro alcuna contaminazione per mano di ciò che succede al di fuori delle mura di casa. Cresceranno così come degli animaletti domestici con delle strane abitudini, cosa che non ci auguriamo per la nostra reclusione forzata durante l’emergenza del Coronavirus. [Recensione completa]
The Lighthouse
Un altro film di Robert Eggers, questa volta con il mare che sostituisce la foresta come elemento malvagio che costringe i personaggi a rimanere confinati. Con una fotografia degna del miglior espressionismo tedesco e dialoghi pomposi pieni di parole ridondanti, Eggers coglie ancora una volta un’epoca e una mentalità con la stessa fedeltà che ha dimostrato in The VVitch. Ultimo film del nostro elenco solo per ordine di produzione, infatti non ne abbiamo ancora la recensione. Vuoi aiutarci? Guardalo e poi scrivici!
Di cosa parla? Nel New England (e ridaje…) del 1890, i due guardiani di un faro devono trascorrere due settimane su una remota isola completamente isolata dal resto del mondo. I conflitti iniziano rapidamente a sorgere tra di loro.
E la follia? Con un clima di merda all’esterno e lo stretto necessario per sopravvivere all’interno, il confinamento inizia a mettere a dura prova i personaggi tanto esagerati quanto accattivanti. Aggiungete a questo oscurità e superstizioni: un bel cocktail di paranoia totale che esploderà in faccia a tutti. Buona visione.