“Ma dove cazzo hanno messo l’America?!”
C’è John Belushi, che basta per ridare dignità ad un film poco amato dalla critica e senza grande riscontro al botteghino. Pochi giorni dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor, sulle coste assolate della California scoppia una psicosi collettiva su un altro eventuale attacco in pieno territorio americano. Un sommergibile nipponico è in agguato per attaccare Hollywood e il sogno americano. A bordo un ufficiale tedesco supervisiona il lavoro degli alleati orientali. Con nemici del genere, la vittoria non poteva essere che sicura, peccato che a contrastarli troviamo un aviatore pazzo e quasi sempre ubriaco, un manipolo di soldati buoni a nulla, due civili con due fucili che difendono la costa dall’alto di una ruota panoramica e una famiglia con un cannone vista mare. Riusciranno gli States a fermare l’invasione dei musi gialli?
“1941 – Allarme a Hollywood” si presenta come una goliardica presa di posizione cinematografica anti-militarista. Siamo nel 1979 e gli anni ’80 sono dietro l’angolo. La comicità della pellicola vira di più sulla risata immediata che su una risata a lungo termine, mettendo in fila una serie di gag e trovate surreali che non riescono a trovare nella trama una collocazione solida. Il cast è di prim’ordine, pur se non sfruttato al massimo. Le prove di Christopher Lee e Toshiro Mifune sono divertenti, ma quello che ne esce meglio è John Belushi, con un personaggio decisamente sopra le righe. A suo modo, una pietra miliare.