“A Boston avevamo un segreto, a Las Vegas avevamo una vita.”
Corre l’anno 2008; in Italia, nel mondo, in ogni compagnia si scatena una strana voglia di azzardo. I ragazzi non si divertono più nei locali a parlare di calcio e donne con una birra sul tavolo; i vecchietti al circolo sono stufi della quotidiana scopa d’assi; la terra è fertile per una nuova moda: il poker texas hold’em è pronto a conquistare il pianeta. E’ in questo contesto elettrico che quel furbone di Robert Luketic, giovane regista australiano non così promettente ma sicuramente molto paraculo, si scervella per trovare una storia vera che trattasse di un tema molto simile al poker, ingaggia Kevin Spacey (che non fa mai male) e confeziona un film leggero, ma appassionante, ben fatto e molto molto piacevole.
21, infatti, racconta di un professore universitario (Mickey Rosa) appassionato di Blackjack che ha studiato un metodo per sbancare i casinò con un’abile strategia di squadra. Il suo team sarà composto dagli studenti più talentuosi in matematica e più abili tra i tavoli verdi. Come ampiamente premesso questo film non vi sconvolgerà, ma certamente non vi annoierà. Siamo di fronte alla classica proiezione ideale per una serata in compagnia che non prevede la massima attenzione in “sala”. Non siamo ai livelli di “Rounders” ma perché snobbare un titolo così scanzonato… “21, vittoria, grande baldoria!”