“Barry era una di quelle persone abbastanza furbe da impadronirsi di una fortuna ma incapaci di conservarla. Infatti, le qualità e le energie che portano un uomo a conquistare una fortuna sono spesso le stesse che lo portano poi a perderla.”
Primo film del più noto regista della storia del cinema dagli anni ’70 ad oggi. Nonostante la presentazione sia stata un fiasco, Barry Lyndon è oggi considerato un gioiello del cinema mondiale. L’ambientazione ci riporta nell’Irlanda del 1700, con paesaggi estremamente naturalistici ed ispirati ai quadri dell’epoca dove Barry (interpretato dall’affascinante Ryan O’neil), rifiutato dalla cugina di cui si era innamorato, viene allontanato dal suo paese e si arruola nell’esercito. Stanco della vita militare, si accaparra amicizie altolocate finché non inizia la sua scalata verso l’alta società, che culminerà nello sposalizio con la contessa di Lyndon. Il matrimonio non riesce però a colmare la vita di Barry e, la continua ricerca di titoli nobiliari, oltre alla difficoltosa relazione con il figlio illegittimo della moglie, lo porterà al declino e alla solitudine.
Un film drammatico e colmo di poesia, in cui la solennità delle immagini rivela l’occhio indiscusso del regista (che già dall’età di 17 anni si dilettava nella fotografia) e rimanda ad un passato di buoni costumi e di regalità, in cui la musica di Leonard Rosenman non può che donare un fascino indiscusso.