“Il passato è immutabile, Stefan. Per quanto possa essere doloroso, non possiamo cambiare le cose o scegliere diversamente, con il senno di poi… Dobbiamo tutti imparare ad accettarlo.”
Primo episodio della quinta stagione di Black Mirror e prima produzione di una serie a finire nel nostro archivio di film da vedere. Può sembrare assurdo, ma chi la conosce sa che ogni puntata della serie è assolutamente paragonabile ad una pellicola: ognuna a sé stante, lunghe abbastanza per non essere considerate solo come cortometraggi e tutte con un significato profondo da fare invidia ai blockbuster che ci propinano in sala. Ogni capitolo di Black Mirror è degno di essere considerato come un piccolo capolavoro e non è la prima volta che consigliamo di intraprendere la visione di questo carosello di critica verso gli “schermi neri” che ormai fanno parte della nostra vita quotidiana. In ogni episodio si possono trovare spunti di riflessione sulla tecnologia moderna e su quanto questa incida sulla nostra esistenza, nel bene e nel male. Il giorno in cui creeremo “le serie da vedere punto it”, al primo posto troverete sicuramente BM.
Bandersnatch è rivoluzionario. È genialità pura mista all’inquietante atmosfera che permea quasi tutte le produzioni della serie, con l’aggiunta di un ridondante autoelogio da parte di Netflix e di una componente forse non originale ma sfruttata al suo massimo potenziale: il libero arbitrio. Sin dalle prime scene infatti sarà possibile SCEGLIERE quale azione dovrà compiere il protagonista all’interno della vicenda. Dalla marca di cereali che vogliamo per colazione o le canzoni da ascoltare fino ad arrivare a scelte più crude e cruenti, dipendenti dalle strade intraprese e che ben mi evito di spoilerare. Qualcuno ci aveva già provato a far scegliere lo spettatore il corso degli eventi: alcuni in sala con dei telecomandi a votazione democratica; altri in delle mini serie YouTube che rimandavano a video non catalogati e che quindi obbligavano a ricominciare dall’inizio per vedere altri finali; Netflix stessa tentò di intraprendere questa dinamica con un cartone animato. Ma mai nessuno aveva fatto di questa modalità interattiva una componente stessa della trama. Stefan infatti, il giovane programmatore di videogiochi protagonista, sembra sclerare sempre di più con l’andare dei nostri click e delle vicende che si susseguono e ricominciano: la rivoluzionarietà sta proprio nel poter arrivare ad un finale e vedere come sarebbe andata con scelte differenti. Netflix propone sempre (o quasi) se terminare con il finale appena giunto o cercare differenti soluzioni, mescolando le carte e riprendendo dai punti cruciali della storia. Sarà sempre difficile scegliere, così come lo è invogliarvi (senza fare spoiler) a creare un profilo sulla piattaforma di streaming più conosciuta al mondo solo per vedere Bandersnatch: fidatevi e basta!