“Non ci bastava imitarli, noi volevamo essere come loro!”
Come appassionato di cinema ho sempre avuto un debole per i film ispirati a storie vere, credo si un po’ la ciliegina sopra ad una torta ben riuscita, un motivo in più per apprezzare un lungometraggio ben fatto. Bling Ring è il nome di un gruppo di ragazzi, rampolli viziati di famiglie abbienti Hollywoodiane che nel 2008 trovarono il modo di arrivare alle luci della ribalta inventandosi un singolare “passatempo”. Spinti dalla voglia di avvicinarsi alle star che tanto ammiravano, infatti, Alexis Neiers, Nick Prugo, Rachel Lee, Diana Tamayo e Courtney Ames (queste le vere identità della banda, che prendono nomi fittizi nella pellicola) tra il 2008 ed il 2009 svaligiarono le ville delle maggiori celebrità quando queste erano impegnate nei principali eventi mondani del posto. Ovviamente i baby criminali non fecero molta strada, anche se riuscirono a scippare un ingente bottino, stimato in oltre 3 milioni di dollari, tra vestiti, gioielli ed accessori lussuosi.
Sofia Coppola ci racconta una vicenda con la sua consueta “mano” elegante, dando vita ad un film piacevole, sicuramente più facile dei suoi precedenti lavori “Lost in Translation” ed “Il Giardino delle Vergini Suicide” ma ugualmente magico. Un film che non mi ha sconvolto ma che mi ha convinto, che si accontenta di descrivere un fatto reale senza dover abbagliare lo spettatore con artifizi stucchevoli ed esagerati. Personalmente mi ha ricordato per tematiche trattate simili e per le atmosfere spesso ovattate “Elephant” di Gus Van Sant, senza tuttavia condividerne la tragicità degli eventi. Bling Ring è un prodotto fresco, forse il modo migliore e più facile per apprezzare Sofia Coppola, guardatelo!