“Non sai quanto sei fortunata ad essere una scimmia, perché la consapevolezza è una vera maledizione. Io sento, io penso, io soffro, e tutto quello che vorrei in cambio è fare il mio lavoro, e loro non me lo fanno fare. Perché io svelo le contraddizioni?”
Cosa fareste se per caso trovaste il modo di essere qualcun altro, anche solo per 15 minuti? E se quest’altra persona fosse un attore di fama mondiale del calibro di John Malkovich?
È lo scrupolo che si pone davanti a Craig Schwartz, abile e disoccupato burattinaio dalla vita assai mediocre. Spronato dalla moglie Lotte (una imbruttita ed irriconoscibile Cameron Diaz) trova un lavoro da archivista alla LesterCorp, al settimo piano e mezzo di un grattacelo Newyorkese, dove per pura coincidenza scopre un passaggio segreto alquanto strano: esso infatti conduce all’interno del corpo di John Malkovich, celeberrimo e talentuoso attore americano. Insicuro e debole com’è, Schwartz chiede consiglio a Maxine, la fredda e attraente nuova collega (nonché nuova fiamma) del povero burattinaio. Soggiogato da lei, intraprendono un’attività segreta notturna per le persone che sono stanche della propria patetica vita e sono disposte a pagare fior di quattrini per essere qualcun altro, anche solo per un misero quarto d’ora.
La vicenda si intreccia e complica molto più di quanto ci si possa aspettare, tra dubbi sull’etica della cosa e sulla moralità dei fini con cui questa viene fatta: la moglie Lotte che scopre di voler essere uomo e si innamora di Maxine o l’apprendimento del burattinaio a comandare il corpo del malcapitato Malkovich assicurano un’intricata trama cervellotica che potrà avere un senso solo nel finale. L’allucinante e divertente esperienza extracorporea vi saprà coinvolgere nella complessa e stravagante sceneggiatura di Charlie Kaufman, valsagli una nomination agli Academy Award (riconoscimento arrivato solo 6 anni più tardi per “Se mi lasci ti cancello”).