“Quando il mondo esploderà, spero di andarmene ballando!”
Sebastiàn Lelio realizza a distanza di soli cinque anni un remake americano del suo “Gloria”. Questa volta non siamo nella capitale del Cile ma a Los Angeles e la protagonista è interpretata dal premio oscar Julianne Moore. Gloria Bell è una cinquantenne divorziata con due figli, ormai divenuti adulti. Ama ballare nei club, canta in auto a squarciagola, crede nonostante tutto ancora nell’amore. Tra un amante e l’altro conosce Arnold (John Turturro), divorziato e con due figlie, proprietario di un parco divertimenti. Tra i due nasce una passione inaspettata, ma lui sembra essere troppo legato al passato.
«Gloria è una sorta di personaggio secondario nella vita di chi la circonda, e il gioco del film è quello di trasformare quel personaggio secondario in un protagonista assoluto» dice Lelio. È difficile non riuscire ad empatizzare con la protagonista e con un film elegante che si lascia guardare senza nessuna fatica. Una donna energica e indipendente, capace di godersi la vita, Gloria trova sempre la forza di ricominciare anche in seguito a cocenti delusioni. Un ritratto femminile delicato e deciso allo stesso tempo. Ridiamo insieme a lei, soffriamo insieme a lei. Impariamo che è importante mettersi in gioco sempre, nonostante tutto. E che si può danzare anche quando si rimane soli.
Come nel primo film è presente nella colonna sonora la Gloria di Umberto Tozzi (nella versione di Laura Branigan) che conquista l’America del cinema dopo Flashdance e The Wolf of Wall Street, nell’anno in cui festeggia i quarant’anni dalla sua uscita.