“Quello che ossessiona di piu un uomo è cio che non gli è stato ordinato di fare.”
E’ da annoverare nella lista dei film da top ten “Gran Torino”(2008) uscito nelle sale italiane nel 2009. Protagonista indiscusso, fuori e dentro il set, il grande Clint Eastwood nei panni di Walt Kowalski, polacco reduce della guerra di Corea ed ex operaio della Ford. Rimasto vedovo, vive in una casetta nelle periferie americane circondato da asiatici nei confronti dei quali nutre alcune riserve razziste. Uomo schivo, dall’animo scontroso e irascibile, vittima di un conflitto interiore che manifesta anche nel rapporto (pessimo) con i figli e gli altri. Sorprendentemente si avvicina alla famiglia asiatica della porta accanto con la quale instaura un rapporto che oscilla tra la non sopportazione assoluta e un affetto quasi paterno.
Razzismo e integrazione fanno da cornice alla storia di un uomo solo, incompreso, ai margini della società e della vita. Originale il titolo che fa riferimento all’automobile della Ford a cui Walt è particolarmente affezionato, elemento marginale e centrale allo stesso tempo. Un Clint Eastwood severo, impegnato, che lascia spazio anche a momenti di comicità e, che dà conferma della sua bravura e profondità. Un film che lascia un velo di suspense e sicuramente materiale su cui riflettere.