“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.”
Meritatissima Palma d’oro al XVI Festival di Cannes per questo film in costume dell’immenso Luchino Visconti, grande uomo di cultura nonché uno dei padri del neorealismo. Non è mai facile tirare fuori un capolavoro cinematografico basandosi su un capolavoro letterario (in questo caso il controverso romanzo omonimo di Tomasi di Lampedusa): possiamo affermare che Visconti ci riesce per davvero!
Sicilia, 1860. Garibaldi sbarca col suo esercito per portare a termine la conquista dell’isola e di tutto il Regno delle Due Sicilie, di dominio borbonico. Le gloriose gesta dell’eroe dei due mondi sono ben note, ma qui i moti risorgimentali e le vicende che condurranno all’unità d’Italia sono narrati attraverso gli occhi di un esponente della vecchia classe dominante, il principe Fabrizio Salina. L’aristocrazia è ormai in decadenza e la famiglia di Don Fabrizio dovrà scendere a compromessi con il nuovo ceto borghese per mantenere i propri privilegi, cambiare tutto affinché tutto rimanga com’è!
Le delicate riflessioni filosofico-esistenzialiste del libro vengono offuscate dalla vena politica del regista, ma il risultato è comunque di altissimo livello e, nonostante le tre ore piene, il film scorre via rapido, senza assolutamente risultare pesante. Curata in ogni dettaglio, la pellicola trova sicuramente nella scenografia uno dei suoi punti di forza e Visconti si dimostra ancora una volta maestro nel ricreare ambienti. Da sottolineare anche il cast stellare in cui spiccano un sublime Burt Lancaster, perfetto per il ruolo, ed un esuberante Alain Delon nei panni del giovane principe Tancredi Falconeri.