“Se siete fortunati, un giorno, dalla testa del nemico, vedrete schizzare sangue e cervello, come a formare una foschia rosa: il colpo alla JFK”
Jarhead è letteralmente “testa di barattolo” e sta ad indicare il taglio di capelli con sfumatura alta “come da regolamento marines”. Già dal titolo quindi è ben chiaro che siamo di fronte ad un racconto di guerra, nello specifico trattasi di prima guerra del golfo. Non essendo io un fanatico di vicende belliche alla “Salvate il soldato Ryan”, dove il campo di battaglia coincide con il set cinematografico per il 90% dello svolgimento, ero un po’ “spaventato” dal titolo in questione.
Per mia fortuna il regista di American Beauty ci parla della guerra a suo modo, dando ampio spazio agli interpreti americani del conflitto, facendoci respirare il clima di solidarietà e fratellanza che lega un gruppo di ragazzi di estrazioni diverse, uniti da un destino comune. Le prime battute, a dire la verità, sono colpevolmente troppo similari a Full Metal Jacket di Kubrick; ciò farebbe presagire ad una scopiazzatura mal riuscita, per fortuna Mendes si riprende subito evolvendo la trama in maniera convincente.
Anche in quest’occasione mi è parsa davvero efficace l’interpretazione di Gyllenhaal (Source Code, Donnie Darko, Zodiac) che ha secondo me il grande merito di non strafare, risultando lineare e pulito, quasi a lasciare spazio al senso generale del film, forse la vera arma vincente di questa pellicola.