“Questa non è guerra come non sarebbe una guerra tra uomini e vermi… questo è uno sterminio”
La guerra dei mondi del 2005 è un remake del film Byron Askin, a sua volta tratto dall’omonimo romanzo di H. G. Wells, ma la direzione di Steven Spielberg lo rende unico e irripetibile. La tensione nello spettatore non si attenua mai, si innalza via via che la storia scorre. Gli effetti speciali sono sconvolgenti e realistici, danno l’idea di sterminatori invincibili e di un’umanità mossa dall’istinto di sopravvivenza, ma senza speranza.
Prima dell’inizio la voce off ci informa di ciò che sta per accadere e ci coinvolge come spettatori di una tragedia annunciata. Quando i fulmini cadono a terra ed il primo tripode sbuca dal suolo, la tensione sale oltre le stelle. La peculiarità della pellicola è che Spielberg crea un “film-mastino” che non lascia mai l’osso, e quell’osso siamo noi.
Ray è un operaio specializzato in forza ai cantieri navali. Lascia il lavoro in fretta per accogliere i figli che la ex-moglie gli porta in custodia per il fine settimana. Li fa sistemare nella sua casa del New Jersey, umile e disordinata, come lui. Fornita di quel minimo indispensabile per un giovanotto ritrovato, ma infelice per questo: non è lui ad aver voluto la rottura del matrimonio, qualche pesante responsabilità l’ha avuta la suocera. Verso la ex manifesta astio all’inizio e tenerezza quando lei sta per andarsene. La sindrome da abbandono l’ha costretto a reprimere i suoi affetti e dovere paterni. Infatti Robbie non lo chiama papà, ma solo Ray, e lo accusa apertamente di non essersi più interessato a loro. La piccola Rachel non si associa alle critiche del fratello, ma chiama Ray papà.
All’arrivo dei tripodi, dopo essersi resi conto che la vita dei suoi figli è in pericolo, il padre represso che è in Ray riprende in pieno il suo ruolo. Tra i rottami di un aereo di linea abbattuto apprende che i tripodi sono numerosi e indistruttibili e quindi la salvezza è un’illusione. Gli rimane la fuga in auto, ma anche questa gli viene portata via. Robbie si separerà da lui, spinto dalla sua irruenza giovanile per unirsi ai militari che contrastano, inutilmente, gli alieni.
Ray rimane con la piccola e quantomai fragile Rachel. Arriverà ad uccidere un uomo per proteggerla. Alla fine scoprirà l’amara verità che fuggire sempre è impossibile, prima o poi il nemico ti raggiunge e lo devi affrontare.