“Le donne non sono in lotta contro gli uomini ma contro se stesse per migliorare la loro condizione”
L’infinitamente piccolo a volte nasconde in sé una potenza sconfinata. L’acqua, la donna due elementi che contengono dentro di se mondi a volte quasi invisibili ma in grado di sprigionare una forza in grado di cambiare il mondo.
Radu Mihailehanu (Il concerto, Train de vie) con “La sorgente dell’amore” racconta una piccola storia di un piccolo villaggio nel Magreb abitato da piccoli uomini ma soprattutto da piccole donne costrette dalla tradizione a dover ogni giorno scalare la montagna per raggiungere la sorgente e raccogliere l’acqua. Una tradizione che viola l’intimità di queste donne vittime troppo spesso di aborti spontanei causati dalle brusche cadute durante il tragitto. Fino a quando la giovane Leila dice basta e decide di mettersi a capo di un piccolo sciopero dell’amore: niente sesso fino a quando gli uomini non si decideranno ad andare alla sorgente. Un’astinenza difficile che sprigionerà tutta la violenza e l’incapacità dei loro uomini di amarle realmente. Ed è proprio in quel momento, in un luogo di fantasia, in una storia di fantasia, accade una magia che sembra tratta dalla favola di Alice.
Le piccole donne diventano sempre più grandi e i piccoli uomini sempre più piccoli tanto che neanche le loro continue violenze sulle mogli riescono a fermare l’onda di emancipazione che si sprigiona dalla sorgente dell’amore. Un film che ogni uomo dovrebbe vedere perché insegna a osservare la Donna esattamente come l’astronomo osserva la Luna: con rispetto e discrezione.