“Ah, ho capito! Si tratta di una semplice formalità amministrativa!”
Immaginatevi nel cuore della Gallia, 50 anni prima di Cristo. Tutta la Gallia è occupata dai Romani… Tutta? No! Un villaggio di irriducibili Galli resiste ancora e sempre all’invasore, grazie a una pozione magica che li rende invincibili. Asterix, l’intelligente e scaltro protagonista guerriero, e Obelix, il suo migliore amico dall’incredibile forza (ma solo perché è caduto nel calderone della pozione magica da piccolo), si trovano costantemente a sabotare i piani dei Romani, esplorare terre lontane, e incontrare personaggi bizzarri e affascinanti, tutto mentre proteggono il loro villaggio e il suo prezioso segreto. Ogni storia è una miscela esplosiva di umorismo, satira, e avventura, dove la storia e la mitologia vengono rivisitate con un tocco di leggerezza e genialità. Ecco il punto di partenza di ogni avventura di “Asterix”, il fumetto che ha conquistato il mondo, creato dal genio di René Goscinny e Albert Uderzo. Dopo un debutto cinematografico che ha fatto storcere il naso a più di un purista – parliamo di “Asterix il Gallico”, realizzato senza il benestare dei papà della serie – Goscinny e Uderzo decisero di prendere il toro per le corna. O, per essere più precisi, il cinghiale per le zanne. Il loro verdetto? “Se vuoi qualcosa fatto bene, fallo da solo”. E così nacque lo Studio Idéfix, pronto a riscrivere le regole dell’animazione gallica. Ed è proprio qui, cari amici del passato glorioso e dei baffi ben curati, che “Le 12 fatiche di Asterix” entra in scena, alzando l’asticella dell’animazione a livelli mai visti prima.
Il film è un viaggio esilarante che porta i nostri eroi, Asterix e Obelix, ben oltre i confini del loro amato villaggio, in un’avventura che sfida la logica, la fisica e, a tratti, la stessa sanità mentale degli spettatori. Questo film è la risposta gallica a chiunque abbia mai osato dubitare delle capacità di un piccolo villaggio di resistere all’Impero Romano. E come fanno i nostri eroi a dimostrarlo? Affrontando e superando dodici prove che neanche Ercole avrebbe affrontato senza una buona scorta di pozione magica. Da sfide che testano la forza bruta a giochi di mente che farebbero impallidire il più erudito degli studiosi, ogni fatica è un pretesto per momenti di comicità pura che hanno segnato l’infanzia di molti. Chi può dimenticare il tentativo di ottenere il famigerato “lasciapassare A38” in una burocrazia labirintica che Kafka avrebbe trovato esilarante? O la sfida di mangiare tutto il cibo offerto dal “cuoco dei giganti”, che dopo il passaggio di Obelix rimarrà ovviamente… senza cibo?
La produzione di questo cult è una dimostrazione di forza dell’animazione europea, un capolavoro che non teme il confronto con i colossi d’oltreoceano. Questo film rappresenta il momento in cui Goscinny e Uderzo, come Asterix e Obelix con la loro pozione magica, hanno dimostrato che non ci sono sfide troppo grandi, né imperi troppo vasti, per chi ha talento, creatività, e un pizzico di follia. Guardare di nuovo “Le 12 fatiche di Asterix”, miglior film della saga a mio avviso, è come fare un tuffo in un passato dove l’umorismo era genuino, l’avventura era senza confini e l’animazione non aveva paura di osare. È un film che merita di essere (ri)scoperto, celebrato e amato, non solo come parte della gloriosa storia di Asterix, ma come pietra miliare dell’animazione. Perché, amici ed amiche del sito, in un’era di CGI onnipresente e di reboot a raffica, c’è qualcosa di incredibilmente rinfrescante nel ricordare che, una volta, dodici fatiche erano sufficienti per conquistare il mondo. E se questo non è motivo di orgoglio, allora forse è il caso di andarsi a rivedere la scena del lancio del menhir, solo per essere sicuri.
PS: ho scritto questa recensione ispirato dall’interessante video di 151eg, canale YouTube consigliatissimo a chi ama il Cinema ed i suoi “dietro le quinte”! Dategli un’occhiata, lo trovo molto istruttivo e di intrattenimento!