“E mentre ce ne stavamo seduti lì ascoltando il coretto natalizio, avrei voluto dire a Brian che era tutto finito e che ora tutto sarebbe andato bene, ma sarebbe stato una bugia”
Pellicola di produzione americana del 2004 che va ad inserirsi nella ahimè sempre più folta schiera di film sottovalutati dal pubblico italiano ma tutt’altro che di second’ordine. L’interprete principale, un Joseph Gordon-Levitt appena ventenne, è la vera colonna portante del film, forse uno dei maggiori motivi per cui promuovere questo titolo.
Neil McCormick è un ragazzino precoce con le idee ben chiare nonostante la tenera età: ha 8 anni e sa di essere gay, così come sa quello che vuole, sia dalla sua sessualità sia nella vita. Insomma è un leader, un trascinatore nel bene e nel male, quasi sempre verso gli eccessi negativi. Brian Lackey è il suo alter ego: insicuro, aria da secchione ed introverso. Brian ha due grosse ossessioni: gli alieni ed i lati oscuri del proprio passato che proprio non riesce a ricordare. L’incontro tra i due protagonisti ormai diventati adolescenti chiarirà le idee del secondo ma svelerà retroscena intensi, capaci di sconvolgere protagonisti e noi spettatori.
Siamo di fronte ad un film crudo e scomodo, non certamente un piatto semplice da digerire sia per le tematiche trattate (violenze sessuali su minori) sia per il modo in cui ci sono presentate. A tratti infatti la narrazione appare leggera, persino sfrontata, quasi ad ostentare normalità ed a scagionare, giustificare gesti del tutto immorali. Credo sia proprio questa l’arma vincente di Misterius Skin (assieme al già citato protagonista principale), un film che evita di cadere nell’ipocrisia che spesso caratterizza titoli di questo genere.