“Non basta amare qualcuno per salvarlo.”
Pellicola che ha segnato la svolta definitiva nella carriera del canadese Xavier Dolan (J’ai Tué ma Mère, È Solo la Fine del Mondo), che questa volta riesce a dimostrare davvero tutto il suo enorme talento sfornando un dramma basato nuovamente sulla relazione di amore e odio fra una madre single e suo figlio. La trama: Steve è un adolescente mentalmente disturbato, spesso protagonista di episodi di violenza che mettono a rischio l’incolumità di chi gli sta attorno. Espulso dal centro di recupero a cui era stato affidato, il giovane fa ritorno a casa della madre, donna vedova, temprata dalla vita ma ancora giovane e capace di manifestare tutto il proprio anticonformismo.
Il rapporto tra i due non potrebbe essere più bizzarro ed instabile: Steve adora la madre e la riempe di tenerezze che non di rado paiono addirittura morbose, ma ogni tanto esplode in manifestazioni d’ira che lo portano ad insultarla ed anche ad attaccarla fisicamente. Dal canto suo, Diane (la madre) vorrebbe che Steve fosse un ragazzo tranquillo, capace di condurre una vita normale, tuttavia si riconosce nella sua eccentricità e lo ama follemente. Nell’ennesimo tentativo di aiutarlo e di trovare una quadratura per la loro vita insieme, Diane chiede aiuto a Kyla, vicina di casa ed insegnante che si è presa un periodo sabbatico al fine di curare una grave balbuzie dovuta ad un trauma non rivelato. Proprio l’ingresso di questa nuova figura femminile, grazie a tutta la sua tenacia e fragilità, sarà in grado, poco a poco, di trasformare lo sgangherato tandem formato da Diane e Steve in un improbabile ma efficiente treppiede. Forse, però, il sincero amore alla base di tale inedito triangolo non sarà sufficiente per salvare tutti e tre questi personaggi, schiacciati dal desiderio di liberarsi da esistenze in qualche modo opprimenti.