“Avevo conosciuto una rivoluzione che mi aveva fatto perdere parte della mia famiglia. Ero sopravvissuta a una guerra. E una banale storia d’amore per poco non mi stroncava.”
Film dal nome bizzarro, che credo meriti un paio di righe di presentazione: Persepolis era l’antica capitale dell’impero persiano, dove oggi sorge l’Iran, il palcoscenico di questo fumetto nato dalle mani di Marjane Satrapi, ragazza iraniana naturalizzata francese. Con la sua sapiente penna ci racconta la propria vita, divisa tra il paese che ha sempre amato ed un’Europa che le ha dato diversi natali, senza mai conquistarla del tutto.
Persepolis è la cronaca della giovinezza di Marjane, descrive gli anni che precedettero la rivoluzione in Iran ed il conseguente regime islamico, periodo in cui le donne non furono libere di sentirsi tali e che costrinsero la ragazzina a rifugiarsi a Vienna. Il suo “esilio” austriaco fu solo momentaneo perché il richiamo della propria terra era troppo forte, e la voglia di lottare per i propri diritti, se possibile, ancora più potente. Da questa storia di sofferenza prende forma un fumetto crudo ma piacevole, animato da una forza vitale esuberante ed uno spirito combattivo e strafottente che ci farà innamorare di una ragazza (ormai cresciuta) tutt’altro che arresa alla difficile situazione iraniana. Facile capire come questo lungometraggio abbia provocato sdegno nella paese di uscita e come la stampa locale ne abbia prontamente preso le distanze. Il resto del mondo lo ha invece premiato con un escalation di premi, culminata con il secondo posto come miglior film d’animazione agli Oscar 2008.