“Il modo in cui si viene al mondo è irrilevante, è quello che fai del dono della vita che stabilisce chi sei.”
I Pokémon sono tornati. È un dato di fatto: a più di 15 anni dal loro sbarco nel Bel Paese, nell’estate 2016 è più che mai Poké-mania. In Italia e nel mondo! Il lancio nel mercato delle applicazioni per smartphone di Pokémon Go è stato un successo senza pari. Ogni giorno, dopo neanche un mese nei negozi digitali, sentiamo parlare persino al telegiornale di questo fenomeno dai risvolti sociali più che mai imprevedibili. Incidenti, masse impazzite, furti… La gente ha preso sul serio il “gotta catch ‘em all” (“catturali tutti”) e il mondo si è ormai diviso tra Poké-allenatori e detrattori dei piccoli mostri in cartone animato. Per chi vivesse fuori da questo pianeta: Pokémon Go è un gioco per cellulari.
A mio avviso, c’è da fare il punto della situazione. Chi è sulla trentina (come me) probabilmente si ricorda con affetto la serie TV, i giochi per Game Boy, le carte, le figurine… e l’attesa spasmodica per il primo film. La nostra adolescenza è stata profondamente segnata da questi Pocket Monsters, diciamoci la verità. Un fenomeno che già ad inizio millennio aveva “catturato” il mondo: non c’è da stupirsi quindi che, riportato all’epoca dei telefonini intelligenti, un giochino con protagonisti Pikachu ed amici possa avere questo successo. Qualcuno l’ha definito insapettato, non capisco veramente perché. Ciò che non c’era da aspettarsi sono le conseguenze che questo sta avendo sulla società. Sui social non si parla d’altro, nel bene e nel male. I primi feriti non si sono fatti attendere, così come i lucratori. Gli effetti di Pokémon Go sulla popolazione sono sotto gli occhi di tutti, ma credo che per giudicare positivamente o meno questi aspetti sociali dobbiamo aspettare ancora del tempo, quando il boom del successo dell’applicazione si sarà “normalizzato”. Per ora, secondo il parere di chi scrive, c’è da osservare e riflettere. Un gioco è un semplice passatempo e in quanto tale non c’è nulla di male nel giocarlo. Sta a chi gioca usare la testa e farlo in maniera intelligente.
Ad ogni modo, tutto questo gran parlare di Pokémon non può riportare in mente le ore passate a scambiarsi figurine, guardare la TV, bruciarsi i pollici con il Game Boy… e ad andare al cinema a vedere il film! Ricordo abbastanza bene le due volte in cui andai al cinema per vedere “Mewtwo contro Mew” con i miei amici. Due volte perché con il biglietto della proiezione davano una carta speciale, difficile da trovare in commercio. Quel cinema, tra l’altro, è chiuso da qualche anno… per la serie “malinconia dell’adolescenza”. In quel film, il primo di una lunga serie che mi sono perso a causa della carta d’identità, un Pokémon cattivo minacciava l’umanità. Il suo esercito di Pokémon clonati era pronto alla conquista del mondo, ma prima c’era da testarlo sui migliori allenatori del pianeta. Così Ash ed amici scoprono l’esistenza di Mewtwo, clone del Pokémon leggendario Mew. Agli antipodi per carattere, questi due mostriciattoli si scontreranno in una battaglia mozzafiato per tutti i bambini.
Una pellicola per tutti, per riassaporare ricordi non troppo lontani riposti assieme ai giocattoli. Se è vero che per capire il presente occorre conoscere il passato, Pokémon il film sicuramente è un buon inizio da rispolverare per ricordarci bene perché degli animaletti colorati possano, ancora al giorno d’oggi, far parlare così tanto di sé!