“Pregare per il bene, prepararsi per il male.”
Quanto mi piace Denis Villeneuve! Il regista canadese (Enemy) proprio non smette di sorprendermi e con Prisoners dimostra di saper girare con somma maestria un film che ha davvero tutti i connotati di un tipico blockbuster e del classico thriller made in USA, ma che allo stesso tempo risulta un’opera dai risvolti inaspettati e che per questo può essere letto e riletto in maniera più profonda, metaforica.
Siamo in Pennsylvania, la famiglia Dover e i Birch stanno celebrando insieme tranquillamente il giorno del ringraziamento. Durante la festa Anna, ultimogenita dei Dover, e Joy, la piccola figlia dei Birch, scompaiono senza lasciare traccia. Dopo lo shock iniziale, Keller (Hugh Jackman), il risoluto padre di Anna, si getta in modo forsennato alla ricerca delle due bambine con ogni mezzo a sua disposizione, anche i più illeciti ed immorali. Le indagini ufficiali sono invece portate avanti dallo scrupoloso detective Loki (un ottimo Jake Gyllenhaal), il quale inizia a sospettare anche dello stesso Keller e del suo comportamento ambiguo. Una trama avvincente, capace anche di toccare tematiche intricate come la giustizia privata e la fede. Un thriller mozzafiato, ricco di colpi di scena e dal ritmo incalzante, oltre che un sottile e decisamente critico ritratto di una società americana sempre più alla deriva. DA NON PERDERE!