The Box

The Box - Richard Kelly, 2009


Voto medio: 3,68
(80 voti totali)

Film consigliato

DURATA: 115 minuti
GENERE: Drammatico, Fantascienza, Thriller
CAST: Cameron Diaz, James Marsden, Frank Langella, James Rebhorn, Holmes Osborne, Sam Oz Stone, Scott Winters.

“Io sono soltanto un contenitore.

Un giorno, improvvisamente, un uomo sconosciuto bussa alla vostra porta. L’uomo gentilmente vi offre la possibilità di ricevere una grossa somma di denaro che potrebbe risolvere tutti i vostri problemi, semplicemente premendo un grande pulsante rosso posizionato su una scatola in legno. Facile, vero? Non del tutto. Premendo quel pulsante, una persona qualsiasi nel mondo morirà. È questa la trama di base che sostiene “The Box”, film di genere Sci-fi/Thriller distribuito nel 2009, scritto e diretto da Richard Kelly (conosciuto per l’enigmatica pellicola “Donnie Darko“).

Un film che per tutta la sua durata vi lascerà con più domande che risposte, capace di trasportarvi all’interno dello schermo, affinando un processo di immedesimazione tormentato e doloroso. La protagonista, interpretata da Cameron Diaz, è rappresentata come una donna sensibile e forte allo stesso tempo, un personaggio con cui non si può fare a meno di empatizzare. Suo marito, interpretato da James Marsden, è colui che vuole sostenere la famiglia, che vive con i sensi di colpa di non poter dare a suo figlio il massimo; sensi di colpa che in verità sono ben saldi ancor prima di prendere decisioni errate riguardo quella dannata scatola.

Incredibile come una singola, ingenua e folle decisione possa cambiare il destino e il corso della vita. Una decisione che sostiene le redini di un film che a primo impatto può essere percepito attraverso un ritmo lento, ma che viene accelerato nel susseguirsi della trama. Un puzzle che solo a fine visione può essere composto ma che rimanda a un cerchio infinito di errori umani e debolezze inevitabili. Una famiglia all’apparenza per bene, che non commetterebbe mai una scelta tanto azzardata quanto omicida, una famiglia così reale da farci dubitare sui nostri stessi propositi e la nostra stessa anima.

Il senso di solitudine ed inquietudine è accentuato da colori spenti ed angosciosi che rimandano alle emozioni negative dei personaggi. Il colore più acceso che si nota è proprio quel grande bottone rosso, causa del male altrui e del tormento interiore perenne per chi lo preme. Oltre le vittime sconosciute, la raffigurazione dell’anima innocente è proprio quella del figlio, (un bravissimo Sam Oz Stone) perso e caduto negli errori dei genitori, caricato del peso che si tramanda di generazione in generazione.

Una pellicola cruda, tagliente, che ti pone davanti allo specchio per ammettere la tua vera natura, per sradicare qualsiasi perbenismo e falsi pensieri. Un film da vedere più volte, perché una prima visione non ci permette di cogliere tutte quelle sfumature invisibili che servono per la riflessione. Ovviamente non ruota tutto intorno a questi quattro personaggi e la storia ha un’intreccio più complicato di quello descritto. Per comprendere questa piccola perla nel mondo cinematografico, è necessario guardarlo a mente e cuore aperti, incorporando i vari significati attraverso il testo filmico più che a parole scritte.

Vi auguro una buona visione!