The Elephant Man

The Elephant Man - David Lynch, 1980


Voto medio: 4,75
(73 voti totali)

Film consigliato

da

DURATA: 123 minuti
GENERE: Biografico, Drammatico
CAST: Anne Bancroft, John Hurt, Anthony Hopkins.

“La gente ha paura di ciò che non riesce a capire.”

Ci sono arcani che l’essere umano probabilmente non riuscirà mai a svelare fino in fondo: cosa ci attende dopo la morte? Siamo davvero soli all’interno di un universo sconfinato? E, soprattutto, per quale ragione The Elephant Man nel 1981 non fu insignito di tutti i premi Oscar disponibili? Su quest’ultima domanda sembra arduo, se non impossibile, fornire una spiegazione logica, dato che ci troviamo di fronte a uno dei film più toccanti e raffinati dell’intera storia del cinema. Lo considero un lungometraggio capace di generare commozione profonda, per via della sua storia delicata e intensa, impreziosita da interpretazioni assolutamente convincenti di tutto il cast. I dialoghi, seppur non numerosi, si rivelano particolarmente incisivi e significativi; gli aspetti tecnici, poi, sono curati in maniera sopraffina, rendendo il risultato finale un’autentica perla. Il bianco e nero, con la sua poetica senza tempo, dona al film un fascino vintage incredibilmente evocativo, mentre i costumi e le scenografie completano il quadro, aiutando lo spettatore a immergersi nella realtà dell’Inghilterra di fine Ottocento, un’epoca che traspare in ogni dettaglio della produzione.

Il visionario e trasgressivo David Lynch, che ci ha lasciato in eredità pellicole come Eraserhead, Mulholland Drive e Velluto Blu, confezionò qui un autentico capolavoro: un’opera certo distante dalle sue imprevedibili e frammentarie esplorazioni psico-oniriche che hanno caratterizzato gran parte della sua carriera, ma ugualmente incisiva e potente. Sia i fan più affezionati del regista, sia chi si avvicina per la prima volta alla sua filmografia, potranno trovare in questo film un punto di contatto con la sua poetica, che traspare nel modo in cui Lynch cattura l’umanità di personaggi estremi e inusuali, pur senza rinunciare a un tocco estetico di forte impatto emotivo.

La vicenda ruota attorno a Joseph Marrick (nel film chiamato John), uomo vittima di gravissime deformità fisiche, costretto per anni a sopravvivere esibendosi come fenomeno da baraccone. Grazie all’intervento del dottor Frederick Treves – interpretato da un magistrale Anthony Hopkins – riuscì però a lasciare i freak show, arrivando addirittura a conquistare il cuore dell’alta società dell’epoca vittoriana. Seppur la pellicola prenda libertà e licenze narrative rispetto alla biografia reale di Marrick, non posso che suggerirvi di recuperarla e di lasciarvi travolgere dalle sue atmosfere. Non voglio rivelarvi troppo: è un film che va visto, assaporato e metabolizzato, perché sa toccare corde emotive difficilmente raggiungibili da altre opere cinematografiche. Guardatelo e preparatevi a restare senza fiato.