The Void – Il Vuoto

The Void - Jeremy Gillespie, Steven Kostanski, 2016


Voto medio: 2,62
(21 voti totali)

Film consigliato

da

DURATA: 90 minuti
GENERE: Horror
CAST: Aaron Poole, Kathleen Munroe, Kenneth Welsh, Daniel Fathers, Ellen Wong, Stephanie Belding, Evan Stern, Art Hindle, Amy Groening, Trish Rainone, Grace Munro, Mik Byskov, Dennis Nicomede, Keith Bowser.

“C’è qualcosa che li ha attirati fino a qui.”

Qualche giorno fa, sono rimasto senza computer e, abituato come sono a guardare i film la sera, non sapevo cosa fare. Non ho la televisione e quindi i film in streaming o quelli che riesco a scaricare rappresentano la mia unica risorsa per guardare una pellicola comodamente a casa. Poi mi sono ricordato di avere un hard disk con decine di film scaricati in passato; possiedo anche un videoproiettore, con il quale mi piace moltissimo gustarmi le migliori produzioni cinematografiche direttamente nel mio letto. Spulciando tra i file del disco duro con il telecomandino del proiettore (che figata la tecnologia!) che non aprivo da qualche anno, mi sono imbattuto in una serie di film di cui non ricordavo assolutamente nulla, ma che erano evidentemente nella mia watchlist di allora. Mi ha fatto un sacco di piacere ricevere questo regalo dal mio “io” del passato, ma non ricordavo assolutamente nulla di tutti i file contenuti sull’arnese. Così, ho deciso di chiedere a ChatGPT un consiglio e gli ho fornito alcuni dei titoli che più mi ispiravano. Alla fine, ho scelto di guardare “The Void” perché l’intelligenza artificiale me lo ha descritto esattamente cosí: Atmosfera Lovecraftiana, Effetti Pratici, Storia intricata, Tensione e Orrore, Immagini Disturbanti, Stile Visivo.

Gasato da questa descrizione, mi sono immediatamente lanciato nella visione del film. La trama si concentra su un piccolo gruppo di persone intrappolate in un ospedale di campagna che diventa rapidamente il fulcro di una serie di eventi terrificanti e inesplicabili. La storia inizia quando un ufficiale di polizia trova un uomo coperto di sangue che zoppica lungo una strada deserta e decide di portarlo al più vicino ospedale, che sta operando con personale ridotto a causa di un recente incendio. Poco dopo il loro arrivo, strani e violenti accadimenti iniziano a verificarsi, isolando il gruppo all’interno dell’ospedale. Mentre cercano di proteggersi da una serie di creature mostruose che iniziano ad apparire, i protagonisti scoprono che un culto misterioso ha circondato l’edificio (dei tizi vestiti tipo Ku Klux Klan), impedendo loro di fuggire. La situazione degenera ulteriormente quando scoprono che l’ospedale è diventato un portale per una dimensione infernale, piena di orrori inimmaginabili e legati a un antico male.

Ritornando alla mia chiacchierata con l’intelligenza artificiale, ciò che GPT non mi ha detto è che tensione ed orrore sono sì presenti, ma ahimé in maniera inversamente proporzionale: sebbene all’inizio stessi apprezzando molto gli avvenimenti del film, tanto da sentirmi elettrizzato per aver pensato letteralmente “ma che cazzo sta succedendo?” prima dello scoccare della mezz’ora di visione, purtroppo ho trovato che la direzione presa dal film stesso sia andata calando, passando da un potenziale altissimo di thriller ad una produzione horror di serie B, sebbene fatta ottimamente. La tensione misteriosa che all’inizio pervadeva l’atmosfera del film si è sostituita con l’orrore (quasi con lo schifo), diventando una sorta di macchietta (anche se -ripeto- ben fatta) di film/videogiochi più blasonati come Resident Evil o Silent Hill, dove degli zombie deformi la fanno da padroni e il mistero è semplicemente risolto facendo saltare in aria più teste possibili. Non sono assolutamente fan di questo tipo di film, ma se per te quelli che ho menzionato sono due titoli “must-see” della cinematografia di genere, allora “The Void” è sicuramente un film che ti piacerà. Ho comunque apprezzato tantissimo il suggerimento visto che, effettivamente, ciò che contraddistingue questa produzione sono l’atmosfera cupa e misteriosa, il disgusto generato dalla macabrità, gli effetti speciali fatti magistralmente sul posto (e finanziati con un crowdfunding!) e la decente fotografia. Comunque sto ancora cercando di capire cosa significhi “Lovecraftiana”… ma quello lo lascio ad un’altra avventura con il mitico ChatGPT!