Un Affare di Famiglia

万引き家族 - Manbiki kazoku - Hirokazu Kore'eda, 2018


Voto medio: 4,29
(21 voti totali)

Film consigliato

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DURATA: 121 minuti
GENERE: Drammatico
CAST: Lily Franky, Sakura Andô, Mayu Matsuoka, Kirin Kiki, Jyo Kairi, Miyu Sasaki.

“Io l’ho trovata! È stato qualcun altro ad abbandonarla!”

È sempre un piacere visionare le nomination dell’Accademia per la categoria Miglior film straniero, devo dire che ogni anno si possono trovare cinque proposte valide che rappresentano, a mio avviso, le cinque migliori produzioni in assoluto riguardanti l’anno precedente alla rispettiva edizione. E anche se quest’anno il premio era già praticamente assegnato, ciò non significa che Un Affare di Famiglia sia da meno: io l’ho trovata una pellicola molto più interessante dell’ultima fatica di Cuaron, vincitrice della statuetta: Roma. Comunque una certa Palma d’Oro al Festival di Cannes se l’è portata in Giappone, il buon Hirokazu Kore’eda.

Parto col ringraziare innanzitutto – come sempre – la distribuzione italiana, che ci ha regalato la sua interpretazione “pizza e fichi”, più che una traduzione o un adattamento del titolo internazionale “Shoplifters”. Non avrebbe avuto senso neanche tradurlo con “Taccheggiatori”, vero. Così come è vero che il titolo originale Manbiki kazoku significa “Famiglia taccheggiatori”… Comunque io, personalmente, se questo film non fosse stato agli Oscar non l’avrei mai visto: avrei pensato alle tragicomiche commedie del cazzo basate su relazioni familiari stravaganti e che finiscono sempre col classico “volemose bbene”. No, Shoplifters non appartiene alla categoria. La stravaganza c’è, ma è ad un livello così reale che quasi ci si dimentica che la famiglia in questione rapisce una bambina. Si empatizza a tal punto con i protagonisti che non si nota che molto di quello che succede in famiglia è assurdamente e tristemente sbagliato: dal suddetto rapimento ai furti di ogni giorno, dalla strane relazioni familiari ai legami di sangue che non tornano e risultano difficili da capire. Il tutto per poi arrivare ad una parte finale sorprendente e shockante, per quanto agrodolce e forse giusta: è difficile staccarsi dai personaggi e riflettere appunto su cosa è giusto o sbagliato, arrivati ormai all’empatizzazione completa e l’assimilazione alla famiglia più strana in corsa nella 91a notte degli Oscar. Da vedere assolutamente.