“Ti ho voluto vedere per dimostrarti che non sono nervoso ne sto piangendo”
In un punto cruciale della sua vita economica, il direttore esecutivo Gondo viene a sapere che suo figlio è stato rapito e che il riscatto richiesto è vicino alla quantità che Gondo stesso ha racimolato negli anni per un affare importante. L’uomo è disposto a pagare il riscatto, fino a quando viene a sapere che i rapitori hanno erroneamente rapito non suo figlio, ma il figlio del suo autista. Dovrà decidere se aiutare l’uomo e pagare al suo posto – perché per il rapitore non importa di chi sia figlio, l’importante è che qualcuno paghi – e così fallire, perché quei soldi servivano per pagare un enorme debito, contratto per l’affare della sua vita, o appunto lasciare nei guai l’autista e suo figlio.
Uno dei Kurosawa meno famosi eppure uno dei più belli. Un vero e proprio capolavoro per tutti i suoi 150 minuti. A una prima parte carica di suspense ne segue una molto curata, carica di dettagli, improntata verso la risoluzione del caso. Con abile maestria Kurosawa dirige un cast di formidabili attori e riesce a dipanare una trama sempre tesa, capace di coinvolgere così tanto lo spettatore da provare incessantemente anch’esso una soluzione. Un grandissimo finale è al ciliegina sulla torta. Lascia senza fiato. Grazie Akira.