“Abbiamo la tua star. Metti insieme 100.000 dollari e aspetta istruzioni. Chi siamo? Il Futuro.”
Frastornante. “Hail, Caesar” è un grosso contenitore di idee, architettato da due menti che non definirei propriamente matematiche e rigorose; signori… ci troviamo di fronte ad un tale guazzabuglio che è persino difficile riordinare le idee per tentare di spiegare la pellicola. In sostanza Ave Cesare ha una “strada” principale che parla di un manager/risolutore di problemi, dipendente di una casa produttrice di film. Da questo “grosso viale” si diramano tante piccole viuzze che hanno vita propria e che ci raccontano i vari film prodotti dalla stessa Capitol (la ditta per la quale Eddie Mannix, interpretato da Josh Brolin, lavora). A complicare la faccenda sarà una fatto di spionaggio che coinvolge l’interprete del grande capolavoro che la casa cinematografica sta girando: Ave Cesare, appunto. George Clooney alias Baird Whitlock viene infatti rapito nel bel mezzo delle riprese e si ritrova in una dimora misteriosa ancora travestito da centurione romano.
Non dico altro… spero di aver reso l’idea: Joel ed Ethan Coen non si sono certo risparmiati ed hanno dato vita ad un vero e proprio show condito da siparietti assurdi (e queste ce le aspettavamo), momenti ironici e balletti che strizzano l’occhio al musical (la scena al bar è destinata a divenire un cult assoluto). Tantissimi spunti si susseguono per quasi due ore lasciandoci sfiancati ma di certo non delusi. Un titolo discusso, che non sarà esente da critiche, ma che certamente non lascerà indifferenti.