“Tu non ci crederai, ma quando ero piccola volevo essere come te, dall’altra parte”
Luc Besson, come nel suo manifesto: “Il Quinto Elemento”, dimostra di non soffrire di maschilismo, e mette in prima linea la donna. Le restituisce il compito biblico di “schiacciare la testa al serpente”. Affida la storia non ad un “Rambo”, ma ad una “Xena” reale.
La cornice del film è l’azione ma il contenuto è drammatico. Si tratta del dramma di una Colombia dominata dai signori della droga, protetti da settori deviati dei servizi segreti (nel film: la CIA). Questa protezione viene messa in risalto nel film come uno dei principali ostacoli alla lotta contro la criminalità organizzata da parte della polizia. Determinerà pure il comportamento al di fuori dalle regole della protagonista.
Il film fa comprendere la condizione terribile della gioventù Colombiana, costretta a convivere e a sostenersi con la malavita e la droga. Anche Cataleya, la protagonista, fino all’ età di 9 anni aveva vissuto, a Bogotà, immersa in questo fango malavitoso. La sua famiglia ne era legata in modo indissolubile. Fabio Restrepo, suo padre, faceva il lavoro sporco per Don Luis, un signore della droga molto potente, del calibro di Pablo Escobar. La giovane Cataleya odiava quel mondo, il suo carattere ribelle le faceva sognare un futuro da poliziotta. Un desiderio amaro perché sapeva che un giorno quel mondo l’avrebbe reclamata e lei non sarebbe potuta sfuggirgli.
Aveva le potenzialità e le virtù della sua eroina preferita, Xena, la principessa guerriera. Era come una tigre in gabbia, desiderosa di sbranare quelli che considerava nemici. Venne il giorno della sua liberazione: quando Don Luis, fece uccidere i suoi genitori . Lo spirito di vendetta sarà il motore che la spingerà ad essere una giustiziera al di fuori della legalità e non solo nei confronti di Don Luis, ma anche del mondo che lui rappresentava.