“Gli uomini che non sanno fare l’amore, fanno la guerra!”
Un film che scruta nell’animo umano e che si rivela attraverso i racconti sofferenti di una giovane donna (Golshifteh Farahani) costretta a mantenere, durante la guerra in Afghanistan, due figlie ed un marito in coma. Ogni giorno, ogni secondo della sua vita è impiegato ad accudire un marito che l’ha fatta soffrire, lo stesso che non si presentò alla cerimonia di fidanzamento né a quella nuziale.
Un “uomo” che trattava il corpo della giovane come un pezzo di carne e che, nonostante tutto, viene curato con l’amore più profondo che possa esserci. Quando i bombardamenti iniziano nei pressi della loro casa, la donna va a vivere dalla zia, che gestisce una casa di appuntamenti. Ogni giorno però si recherà dal marito, al quale inizierà a raccontare i suoi segreti più profondi. Il corpo dell’uomo steso sul pavimento diventerà pietra paziente (syngué sabour), una pietra speciale alla quale si possono confidare i segreti più intimi.
La tradizione prevede che al termine del racconto la stessa si romperà in mille pezzi, rendendo libero colui il quale si è confidato. Come pietra paziente svela una testimonianza reale di tante donne che, nella maggior parte dei casi, sotto il velo del burqa oltre l’identità, nascondono anche i propri sentimenti. Da vedere assolutamente.