“Le intelligenze artificiali ci ricorderanno come scimmie erette destinate all’estinzione.”
Il bravo sceneggiatore di pellicole quali “28 Giorni Dopo” e “Sunshine”, Alex Garland, esordisce alla regia con un film che senza pretese sa andare oltre la pura fantascienza e riesce ad essere anche originale pur trattando un tema ormai trito e ritrito dalla cinematografia come quello delle intelligenze artificiali.
Caleb Smith, giovane programmatore dell’azienda BlueBook, viene selezionato tra tutti i suoi colleghi per trascorrere una settimana nell’inviolabile residenza del suo eccentrico e riservatissimo boss, il genio Nathan Bateman. Non tarderà molto Caleb a capire di non aver semplicemente vinto un concorso interno alla società per cui lavora, bensì di essere stato scelto accuratamente da Nathan per prendere parte al suo ultimo esperimento. Lo scienziato vuole infatti usarlo per testare l’intelligenza artificiale della sua nuova creazione, Ava, un androide dalle sembianze femminili, al fine di capire se abbia sviluppato o meno una vera e propria coscienza di sé. Caleb rimarrà però attratto dal fascino di Ava, ritrovandosi così a dover districarsi tra le richieste di libertà di quest’ultima (intrappolata nella casa-laboratorio del suo creatore) ed i segreti del misterioso Nathan.
Il lungometraggio propone una trama che pare in bilico tra Frankenstein e “A.I. Intelligenza Artificiale” e che saprà sorprendere lo spettatore con alcuni colpi di scena ben mascherati dalle continue menzogne dei pochi protagonisti in scena. Insomma, una più che discreta opera di fantascienza dai risvolti filosofici e densamente impregnata di un’atmosfera da thriller. Difficile rimanere delusi.