“Mi chiamo Roger Brown, non serve uno strizzacervelli per capire che tutto ha un prezzo.”
Roger Brown è un uomo distinto, un cacciatore di teste; per vivere seleziona manager di successo da piazzare nelle maggiori internazionali operanti in Norvegia; la reputazione di Roger non è in discussione, ogni sua raccomandazione vale quanto una benedizione. Proprio per questo dirigenti senza scrupoli al suo cospetto diventano agnellini indifesi. Roger appare a tutti come un uomo vincente nel lavoro e nella vita privata, dove si accompagna a Diana, donna bellissima e di gran classe con cui divide una casa da favola ed alla quale ha appena comprato una galleria d’arte. L’apparenza però è ciò per cui Roger vive, l’unica cosa che conta per lui e per il suo mondo e nel suo caso non corrisponde alla realtà. Per potersi permettere tutto ciò si concede qualche “piccolo furtarello” di opere d’arte. Sarà proprio all’inaugurazione della galleria che gli si presenterà l’occasione della vita, un colpo da centinaia di milioni di dollari, crocevia tra successo e decadenza.
Thriller norvegese, terza fatica del giovane regista Tyldum, si rivela dapprima psicologico e compassato, salvo poi macchiarsi di sangue e delitto. Film piacevole, facile e poco cervellotico per un genere che spesso risulta troppo arzigogolato. È la pellicola norvegese che ha ottenuto maggiori incassi al botteghino in patria ed ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali. Ben fatto!