“I giorni indimenticabili della vita d’un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno solo volume.”
Ecco il primo Pieraccioni dietro la macchina da presa… forse con il suo film migliore. Il regista agli esordi ha due vantaggi notevoli: la spensieratezza e l’audacia dei principianti ed il privilegio di non potersi copiare, “peccatuccio” che ahinoi ha commesso troppo spesso nelle opere seguenti. I Laureati è spontaneo e casereccio, e questo mi piace molto.
La pellicola parla di quattro universitari fuoricorso (Papaleo, Pieraccioni, Ceccherini, Tognazzi), oramai ultratrentenni, che si barcamenano tra le vie fiorentine senza un vero progetto per il proprio futuro. Le loro vite scanzonate daranno il “la” a situazioni comiche e scene cult (la scena in cui scappano dal ristorante senza pagare ha fatto storia) ma anche momenti più riflessivi che sono forse la vera chicca.
Esempio di film italiano ben riuscito e di nuova forma di comicità, all’epoca. Se ci si aggiunge un cast cosi ben assortito ed una colonna sonora azzeccata (che ha portato alla ribalta gli Audio Due diventando anch’essa una sorta di culto per appassionati) il risultato non può che essere vincente e convincente. Se mi si chiedesse di definire I Laureati in una parola probabilmente direi… Genuino!