“Quest’isola non è degli uomini; è abitata solo da demoni e puttane.”
Film ricercato, di quelli che non si trovano di certo facendo zapping in TV o di cui non si parla abitualmente al bar con amici. Se avete visto qualche altra fatica del regista giapponese Miike sapete di cosa sto parlando. Il suo stile è crudo e sanguinolento: diciamo che il buon Takashi non si fa scrupoli ad impressionare lo spettatore con scene da vomito o con della “sana” violenza gratuita.
Imprint è un mediometraggio di 60 minuti che va ad inserirsi in un progetto fatto da 13 episodi (non si tratta però di una serie, come erroneamente viene definita!) che vivono di vita propria e che vogliono semplicemente raccontare la violenza sotto diversi punti di vista. L’idea nasce dalla mente di Mick Garris, noto cineasta horror, che ha deciso di riunire i 13 più importanti registi dell’ambito (tra cui l’italiano Dario Argento) e che ha dato a ciascuno di loro carta bianca.
Miike ci racconta di un giornalista americano che torna in Giappone per re incontrare la sua amata Komomo, una prostituta a cui ha promesso amore eterno. Al suo arrivo non la troverà, Komomo è morta. A ripercorrere la sua tragica fine, provocata da torture efferate, sarà un’amica e “collega”. Il racconto avrà un sapore cupo, immerso in un ambiente onirico, lontano dal mondo reale. Film originale e particolarmente cruento, anche per un genere che non risparmia spargimenti di sangue. Se avete voglia di soffrire con la povera protagonista e vi siete fatti convincere dalle mie parole potete trovare questo film in forma totalmente gratuita su youtube. Buona visione