Man in the Dark

Don't Breathe - Fede Álvarez, 2016


Voto medio: 4,00
(9 voti totali)

Film consigliato

DURATA: 90 minuti
GENERE: Horror, thriller
CAST: Jane Levy, Dylan Minnette, Stephen Lang, Daniel Zovatto, Jane May Graves.

“– È un po’ immorale derubare un uomo cieco.
– Solo perché è cieco, non vuol dire che sia un santo, fratello. Sarà una passeggiata!”

Piccola perla uscita nel 2016, “Man In The Dark” si piazza a metà tra i generi horror e thriller e vede alla regia Fede Álvarez, sicuramente non un nome noto ma che già aveva dimostrato di saper trasmettere il senso di tensione attraverso lo schermo in pellicole precedenti. Ci troviamo nella decaduta e quasi oramai abbandonata Detroit dove Rocky vive una situazione familiare difficile e sogna un prossimo trasferimento in California. Per mettere soldi da parte, insieme al fidanzato “Money” e all’amico Alex, svaligia appartamenti in cerca del colpo grosso finale. L’occasione della loro vita si nasconde in un quartiere ormai deserto, precisamente nella casa di un ex veterano dell’esercito (Stephen Lang) rimasto cieco in seguito ad un incidente di guerra. L’uomo, infatti, ricevette un cospicuo risarcimento in seguito alla morte della sua unica figlia, investita da un’auto. L’ex militare si rivela tutt’altro che indifeso; i tre ragazzi si rendono conto di averlo sottovalutato e per di più il segreto che si nasconde nell’abitazione della “vittima” designata li lascerà sconvolti.

Una pellicola che personalmente adoro e ogni tanto recupero volentieri, perché cammina su un filo sottilissimo che, come anticipato, divide horror e thriller. La tensione logora lo spettatore, che si sente confuso di fronte a un cambio repentino di ruoli e alle sfaccettature di quello che sembra un oppresso e sfortunato uomo di mezza età. Álvarez sceglie volti giovani e poco conosciuti per interpretare i tre ladruncoli; scelta che si rivela azzeccata perché le loro facce pulite donano varie sfumature ai loro personaggi, ciascuno con una storia e difficoltà diverse.

I 90 minuti della pellicola scorrono senza accorgersene, non esistono momenti di pacatezza per tirare il fiato dall’istante in cui i tre mettono piede nel luogo dei fatti. Le scene migliori sono ovviamente tutte girate nell’edificio ma il montaggio non è mai statico, il regista coglie perfettamente la claustrofobia derivante da spazi bui e angusti, sopratutto quando le due parti rivali si affrontano ad armi pari. Stephen Lang, già visto nei panni del colonnello Quartich in Avatar, è semplicemente perfetto, capace di rendere il suo personaggio imprevedibile e folle anche attraverso i movimenti e la sua espressività tutt’altro che rassicurante. Assolutamente consigliato ad ogni amante del genere e a chi predilige storie con risvolti inaspettati.