“Giochiamo un po’ a carte, che ne dite?”
Gerry è un fallito sulla quarantina, logorato dal mondo delle scommesse, del poker e del gioco in generale. Un uomo insoddisfatto, ossessionato dall’azzardo e a cui è rimasto molto poco da rischiare. Ma Gerry sotto questo aspetto da looser ha in fondo un gran talento al tavolo verde e Curtis lo nota subito. Curtis, appunto, è il suo opposto: bel ragazazo sui 35, un discreto successo con le donne ed il portafogli sempre pieno. Ma così come al tavolo ovale, anche nella vita il bluff è un arma efficace e forse Gerry, sotto questa corazza lucente ha intuito una grande sintonia con Curtis. Sarà proprio questa empatia che porterà i due protagonisti ad intraprendere un viaggio verso New Orleans attraverso poker room, sale scommesse, ippodromi con la voglia di riscatto e di libertà che in fondo entrambi cercano.
Mississippi Grind è un film profondo, che racconta il viaggio di due anime “smarrite” i cui destini si incrociano. Due viandanti che trovano forza l’un l’altro… e che proseguono senza aver ben chiaro dove andare. Un’esperienza di vita che in fondo tanti di noi sognano e forse non hanno semplicemente il coraggio di affrontare. Il paragone con Rounders è scontato, ma Mississippi Grind è qualcosa di diverso, più introspettivo, più “vissuto”; il gioco d’azzardo è quasi un pretesto per “rovistare” negli scheletri nascosti dei due protagonisti, una metafora della vita stessa.