“Trovare le droghe e le camicie, non era stato un problema. Ma La macchina e il registratore non erano facili da rimediare alle sei e mezzo di venerdì pomeriggio a Hollywood”
Se siete stufi della solita routine nei vostri viaggi di lavoro e cercate qualche spunto per vivere esperienze forti questo è il film che fa per voi! Raoul Duke, e Dott.Gonzo, giornalista ed avvocato “sui generis” decidono di dirigersi a Las Vegas allo scopo di redigere un articolo riguardante una gara motociclistica. I buoni propositi saranno vanificati dall’abuso di droghe che trasformerà sostanzialmente la loro avventura.
Contrariamente a quanto sostengono in molti, benchè la trama pecchi apparentemente di credibilità, permettendo ai due protagonisti di distruggere alberghi a ripetizione senza essere mai minimamente “disturbati” da forze dell’ordine, ciò contribuisce ad alienare volutamente lo spettatore dalla realtà, a sradicarlo letteralmente da essa, per gettarlo in un mondo distorto dove può viaggiare con la mente senza mai “toccare terra” e costringendoci, a conti fatti, a riflettere. Infatti, la pellicola, che di per sé potrebbe apparire sconclusionata e povera di contenuti, è in verità la metafora di un paese come l’America che negli anni 70 si affermava come imponente e grandioso nella sostanza dei fatti sprofondava: è il periodo della guerra in Vietnam e dell’esplosione delle droghe leggere.
Terry Gilliam colpisce nel segno con un film leggero e spensierato solo all’apparenza, che non trova modo per stancarvi e farvi rilassare. Piccola curiosità: lo stesso soggetto, tratto dal romanzo Paura e disgusto a Las Vegas era già stato proposto al grande pubblico da Where the Buffalo Roam, film interpretato tra gli altri da Bill Murray e mai distribuito in Italia.