“Scegliete la vita, scegliete Facebook, Twitter, Instagram e sperate che a qualcuno, da qualche parte, interessi.”
Mi trovo veramente in difficoltà nel provare a recensire questo sequel, tanto atteso, del capolavoro giovanile di Danny Boyle. Avevo amato il primo Trainspotting in quanto film portatore di una ventata di originalità iconoclasta, costantemente in equilibrio tra il macabro e la comicità, tra il dissacrante e la tragedia. Non era certo facile imprimere su pellicola il mondo della droga nel modo in cui lo fece Boyle nel 1996, e da allora ritengo che nessuno ci sia riuscito meglio di lui. Questo nuovo capitolo delle avventure di Renton e compagni (solo ispirato al romanzo “Porno” di Irvine Welsh, già autore del libro Trainspotting), risulta un prodotto di qualità ma impossibile da paragonare all’originale, soprattuto dal punto di vista dello stile e delle atmosfere. Sì, è vero, i protagonisti sono sempre loro, Mark Renton, Spud, Sick Boy e lo squilibrato Begbie, ed i riferimenti a T1 traboccano (spesso sottoforma di flashback ben utilizzati), però 20 anni son passati, e si sentono tutti, in tutti i sensi, tanto che un nuovo alone borghese e cosmopolita, forse per certi versi anche più triste di quello che avvolgeva il primo film, si è impossessato di quella Edimburgo che faceva da tetro scenario alle vite dissolute e decadenti dei personaggi.
Per quanto riguarda la trama, poco da dire. Mark Renton è tornato in città dopo vent’anni dal tradimento con cui aveva derubato i suoi storici amici, ora non tutti pronti ad accoglierlo a braccia aperte. In particolare Francis “Franco” Begbie, appena evaso di prigione ed ansioso di vendetta. Motore della storia non sarà più l’eroina (che occupa un posto molto marginale dell’opera), ma il desiderio di Mark di costruirsi finalmente un futuro che nemmeno scappando da Edimburgo e dalla droga era riuscito a mettere insieme stabilmente. Punti di forza della pellicola? Colonna sonora, montaggio e regia di un comunque lodevole Boyle. Dunque, film da vedere, soprattutto per i nostalgici del “vero” Trainspotting; a patto che rammentino quanto detto sopra.