“Non arriva mai niente di buono senza fare qualche piccolo sacrificio.”
The Devil’s Candy è un film di genere horror girato dal regista australiano Sean Byrne nel 2015, ma arrivato in molte sale europee e in Italia quasi due anni dopo, nel 2017. La trama gira intorno alle classiche storie del genere, ma il regista riesce a mescolare le carte in tavola e produrre un horror molto scuro, gotico e “vecchio stampo”.
Siamo negli Stati Uniti, Jesse Hellman è un pittore di poco successo appassionato di musica metal che cerca nuova ispirazione per le sue opere. Insieme alla moglie Astrid e alla figlia Zooey, si trasferisce in una casa nelle campagne del Texas, comprata a buon prezzo con i risparmi di una vita. Il precedente proprietario dell’abitazione, Raymond Smilie, fu vittima di presenze sataniche che lo torturavano con le loro voci; per soffocarle Smilie suonava ripetutamente la sua chitarra ad alto volume, ma questo non evitò all’uomo di uccidere la madre in seguito al volere delle parole maligne. Qualche anno dopo l’accaduto, Jesse viene colpito dalla stessa sorte ed inizia ad avere atteggiamenti non consueti; ma nel suo caso le voci si esprimono attraverso la sua mano, se non nei suoi dipinti. Il protagonista sente la sofferenza delle successive vittime di Raymond, il quale si rifà vivo con l’intenzione di rapire e uccidere Zooey.
Come detto, Byrne gira un horror vecchio stampo che non vi farà fare salti di paura, non ha bisogno di porte che si muovono o scene crude. Il montaggio dona nuova vita a questa storia di voci demoniache, in un film che crea tensione e inquietudine man mano che i fatti si succedono. Il regista sceglie, come già fatto in passato, attori semi-sconosciuti, che comunque risultano ben calati nella loro parte. Ciò che gradisco maggiormente di questo horror è senza alcun dubbio la musica, un susseguirsi di brani heavy/thrash metal che spaziano dai Metallica fino agli Slayer e Machine Head. La scelta musicale si sposa perfettamente prima di tutto con Jesse e la figlia Zooey; brani che coprono quasi il ruolo di attori aggiunti per l’importanza che hanno nella trama.