“Figli?”
“No”
“E il cane?”
“È mio fratello, è stato qui un paio di anni fa ma non ce l’ha fatta…”
Una società in cui i single sono vietati?! Per molti di noi sarebbe un incubo da cui scappare a gambe levate, per altri una manna dal cielo. L’aragosta (lobster) è un animale che vive a lungo e che può trascorrere la propria esistenza in acqua. Aragosta è anche l’opzione scelta da David (Colin Farrell) qualora la sua permaneza all’albergo non dovesse portare i risultati sperati. L’uomo è infatti vedovo da pochi giorni ed è stato prontamente “deportato” in una struttura adibita alla ricerca dell’anima gemella. Questa sorta di prigionia ha un limite di tempo, al termine del quale i suoi ospiti devono trovare una persona con cui dividere il resto dei propri giorni. Allo scadere del countdown, in caso di missione fallita, si viene trasformati nell’animale prescelto. Un futuro tutt’altro che utopico che queste persone accettano con grande rassegnazione. Questa sorta di alienazione culmina nella maggior parte dei casi con degli accoppiamenti forzati che i malcapitati accettano senza troppe remore. Una prospettiva a cui sembra inesorabilmente indirizzato il protagonista, almeno in un primo momento…
Titolo fuori dagli schemi, che sconfina nella fantascienza senza averne però i tratti distintivi. Il lavoro di Yorgos Lanthimos (regista greco al suo primo film davvero significativo) ci descrive una comunità totalmente priva di morale e di valori, un mondo solo in apparenza ovattato. Una grande pellicola capace come poche altre di trasferire nello spettatore un’angoscia profonda.