“Mi serve il monossido di carbonio per sopravvivere.”
Se come me vi siete innamorati dei film di Woody Allen con “Io e Annie” e “Manhattan”, questo film non vi deluderà. Vera e propria lettera d’amore alla grande mela, la sceneggiatura non annoia mai, ritmata da un veloce susseguirsi di battute brillanti, a tratti di un sarcasmo tagliente, omaggi al blues e al jazz, all’arte e alle commedie romantiche anni ’50/’60, tutto ciò che siamo abituati ad associare al grande, ormai ottantenne Woody. Il film inizia in realtà in un campus di provincia, ma ci rimane poco, solo per inquadrare i due personaggi, la giovanissima coppia di Timothee Chalamet, (“Chiamami con il tuo Nome”) e Ellen Fanning, mentre progettano un weekend a New York, che si rivelerà in realtà una trama di incontri destabilizzanti nella città in cui tutto può succedere.
Ashleigh “è una graziosa ragazza di provincia”, così definita da Allen, ricca, ben educata e senza tormenti interiori, che ambisce a una carriera come giornalista e arrivata per una semplice intervista a Pollard (un affascinante Liev Schreiber nei panni del grande regista in crisi d’ispirazione) si perde fin da subito alla ricerca dello scoop. Gatsby, decadente e nostalgico, newyorkese di famiglia benestante, ama la vecchia musica, i giorni piovosi e il gioco d’azzardo. Fin da pranzo i loro piani per passare un week end romantico sfumano perché in realtà ognuno inizierà un viaggio quasi iniziatico alla scoperta di sé. La giovane e aperta Ashleigh sarà travolta dalla meraviglia della complessità del mondo del cinema, tra amori, tradimenti e l’incontro con diverse star da Jude Law fino a Diego Luna che le farà dire:
“La mia amica la trova la cosa più favolosa dopo la pillola del giorno dopo…”
Gatsby invece ripercorrerà le strade conosciute della città con occhi diversi, incontrando vecchi amici, il fratello, e finendo su un set di conoscenti che fanno cinema indipendenti (straordinaria la somiglianza del regista con un giovane Woody Allen). Proprio girando una scena del film come comparsa, avrà un incontro ravvicinato con la brillante sorella della sua ex, Chan (Selena Gomez). Vagando con lei per strade e musei, Gatsby riscopre totalmente la sua appartenenza e dipendenza alla città, fatta di ricordi, sensazioni e quel mood piovoso che caratterizza la sua personalità.
L’affinità con Chan è altissima e Woody scrive un duetto meraviglioso tra di loro, in cui rievoca immaginari e autocitazioni che fanno amare la scrittura di questo film e fanno godere del Woody dei momenti d’oro. Il caso però irrompe un’altra volta nel weekend, Gatsby viene scoperto comicamente dai parenti nel museo egizio ed è costretto a rivelare alla famiglia la sua presenza in città. Questo lo porterà a partecipare alla festa di beneficenza organizzata da sua madre da cui aveva cercato disperatamente di fuggire. Ma è proprio durante l’incontro con sua madre, dopo un momento di spassoso disagio, che Gatsby arriverà al punto più alto del suo vagare, apparentemente a caso, verso la riconciliazione con la città e la scoperta di sé.
A questo punto, ovviamente Ashleigh e Gatsby si rincontrano e la commedia può avere il finale romantico che al vecchio grande Woody tanto piace reinterpretare a modo suo.