“Tu hai detto che le emozioni sono sopravvalutate… ma è una vera stronzata!”
Fred è un compositore di fama internazionale, ormai in pensione, che trascorre il suo “letargo” artistico in una Spa sulle Alpi svizzere; passa il suo tempo tra le montagne senza combinare un granché, in totale apatia. Mick è un suo grande amico, regista di altrettanta notorietà, che soggiorna nella medesima struttura con l’intento di trovare l’ispirazione giusta per scrivere il suo ultimo lungometraggio, il suo “testamento artistico”, come ama definirlo lui. A condividere le proprie giornate con loro ci sono una coppia sulla sessantina che parla poco ma che copula molto, un attore californiano più acculturato di quanto si possa pensare, Maradona (avete capito bene), Miss Universo ed altre comparse di contorno, secondarie ma mai banali. Questa vacanza sarà l’occasione per raccontare il proprio passato, le proprie esperienze sepolte, i successi lontani e le paure attuali, il tutto condito da una forte dose di malinconia.
Film che in Italia ha goduto di una fortissima attesa e di un potentissima campagna mediatica proprio perché immediatamente consecutivo ad un film da Oscar come La Grande Bellezza. Personalmente mi aspettavo qualcosina di più, mi aspettavo che il miglior regista italiano del momento (o almeno quello più blasonato) mi stupisse ancora una volta come ha fatto in quasi tutte le altre occasioni: in questo caso non mi ha lasciato a bocca aperta benché i film brutti siano altri. Tipici del suo cinema i grandi “quadri” panoramici con vista sui monti svizzeri in cui Sorrentino è maestro, conferma la scelta di personaggi verosimili ed allegorici (compreso omaggio al “Pibe de Oro”) e ci propone diverse esperienze umane che si intrecciano a formare un sapiente mosaico. Guardate tutta la filmografia del maestro partenopeo: La Giovinezza, nonostante qualche magagna, rimane uno dei “diamanti” più puri.