“Lo sa lei qual è l’ultimo libro che ha letto? No? Glielo dico io: il libretto d’istruzioni del suo cellulare!”
Alla disperata ricerca di una commedia italiana piacevole ma non “sboccata”, mi sono imbattuto in questo Ferie D’Agosto, film vecchiuccio di Virzì (Ovosodo, Caterina va in Città, Il Capitale Umano), alla sua seconda esperienza dietro la prima macchina da presa. Il maestro toscano dimostra di saperci proprio fare con il cinema della risata “intelligente” raccontando delle ferie di due gruppi di villeggianti agli antipodi mentalmente ma ahimè molto vicini nella già piccola isola di Ventotene: un folto schieramento di vacanzieri di sinistra capitanati dallo scrittore Sanfro Molino (Silvio Orlando) ed un meno numeroso (ma non per questo meno agguerrito) schieramento di romani di destra. Manco a dirlo l’interpretazione della vacanza sarà totalmente diversa. Mentre i capitolini opteranno per una vacanza da signorotti irrispettosi e zoticoni, dall’altra parte della barricata si vivrà la villeggiatura con spirito naturista, liberale e persino nudista. Lo scontro sarà inevitabile ma questo darà luogo ad un avvicinamento tra alcuni di essi che farà crescere ed evolvere positivamente numerosi personaggi.
Pur schierandosi nettamente il regista riesce a dare spazio ad entrambe le fazioni, evitando di fermarsi solo alle apparenze ma scavando a fondo negli animi di persone solo all’apparenza così diametralmente opposte. Commedia poco conosciuta, anche se vincitrice di diversi premi, sicuramente da riscoprire. Tutti abbiamo degli scheletri nell’armadio e Virzì è bravo a mostrarceli.