“Vuoi sapere di queste rapine in banca, o resti lì e lasci che l’Alzheimer faccia il suo corso?”
Hell or High Water è un film di genere ibrido, a cavallo tra un western moderno e i film d’azione della sottocategoria “rapina in banca”, che passa più tempo a soffermarsi sulla vita morente di comunità rurali che su inseguimenti in auto o esplosioni, anche se di questi ce n’è una buona dose. Scritta da Taylor Sheridan (Sicario), la pellicola è intrisa di una profonda riflessione sul risentimento da parte della povera gente verso le banche.
Il paesaggio del film è costantemente punteggiato da cartelloni pubblicitari riguardanti prestiti agevolati, inversioni di mutui e tutte le altre pratiche predatorie che hanno fottuto l’economia americana quasi un decennio fa. Ma nessuno nel film inveisce contro questo sistema. Il tema è trattato come un ulteriore ostacolo da affrontare, come la siccità, in luoghi dove tutti hanno un sano disprezzo per la loro banca locale. Chris Pine interpreta Toby, un allevatore che per non perdere tutto dopo una serie di crisi ha accumulato decine di migliaia di dollari di debito. La banca sta per sfrattarlo dal suo ranch (il che sarebbe già abbastanza grave), sotto il quale viene scoperto un consistente giacimento di petrolio: non significa solo perdere la casa, ma perdere anche un potenziale che può risollevare qualsiasi famiglia dalla povertà. Determinato a non lasciarsi scappare i proventi del petrolio per i suoi figli, Toby arruola suo fratello Tanner (Ben Foster) per aiutarlo a rapinare banche e raccogliere il denaro sufficiente per estinguere il debito. Ma non delle banche qualsiasi: in una sorta di vendetta per la giustizia, i fratelli si dedicheranno a riprendersi ciò che appartiene loro proprio dalle banche che li “strozzinano”. Apparentemente stanno giocando a fare i cattivi, ma Toby è così empatico che è facile dimenticare ciò, appoggiando la causa.
Dall’altra parte della legge ci sono invece due Texas Rangers, Marcus (Jeff Bridges) e Alberto (Gil Birmingham). Un’altra storia con due personaggi dal background completamente diverso e con le proprie storie al seguito. Il brizzolato Bridges è al suo meglio, mentre Birmingham ricopre alla grande il ruolo di poliziotto di minoranza, costantemente punzecchiato dal partner razzista. Ci sono momenti in cui egli sembra detestare (legittimamente) Marcus, che denigra costantemente il suo patrimonio culturale misto di nativo e messicano. Uno dei migliori elementi del film è anche la relazione tra i due, molto più emozionale rispetto a quella dei fratelli, il che rende il finale molto più caricato.
Hell or High Water ha tutte le caratteristiche per far bella figura alla notte degli Oscar: una trama avvincente, a tratti nervosa e in altri toccante, in un contesto action-western dai paesaggi desolanti; il regista David Mackenzie lascia che le scene si svolgano lentamente in modo da alternare tensione ed emozione, in una delle migliori storie drammatiche viste nel 2016, confezionata e soprattutto impreziosita da quattro performance stellari.