“Pensi che avresti voglia di correrle dietro e dirle che è stato bello conoscerla. Che è stato bello veramente. Ma poi ti rendi conto che fra 6 mesi diventerai padre e che non sono pensieri carini da fare.”
Filmone italiano datato 2001, ad opera di Gabriele Muccino. Difficile non averlo ancora visto, ma se così non fosse… eccovi una serie di motivi per farlo! Innanzitutto, aldilà dello stile “gridato” di tutti i film di Muccino, si piazza sicuramente come opera sentimentale tra le top nostrane del genere. Con stile “gridato” mi riferisco alle stra-numerose scene di litigio tra i personaggi, sempre a causa dell’amore e sempre con la modalità “discussione-urlata-ed-isterica”, indiscutibile impronta Mucciniana. E se questo marchio di fabbrica ha reso unico il regista, l’altro lato della medaglia è che vederlo applicato su tutti i personaggi alle volte fa un po’ ridere. Come nel caso di Stefania Sandrelli in questo film, per esempio. Il livello di attori è comunque fuori discussione: a parte la sopracitata (e a mio avviso, sopravvalutata) signora, stiamo parlando di Stefano Accorsi, Giovanna Mezzogiorno, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Sergio Castellitto e, per la prima volta sul grande schermo, Martina Stella. Più altri che non sto a nominare, ma stiamo comunque parlando della créme de la créme attuale italiana.
Poi, la storia. Niente di pazzesco, ma sicuramente originale. Cinque amici trentenni, cinque vite amorose differenti: uno si sposa, l’altro sta per separarsi, uno è in fissa con la ex, un altro è donnaiolo; il quinto, il protagonista, sta per avere una bambina e si innamora di una liceale. Va bene, si tratta di Martina Stella: come resisterle, anche solo per un ultimo bacio? Ad eccezione di quello che si sposa, i quattro Peter Pan passeranno momenti intensi in una pellicola intensa che, tra tradimenti e riconciliazioni, volenti o nolenti, ha fatto la storia del cinema italiano moderno.