“Non riesco ad essere gay, figuriamoci eterosessuale.”
Povero Pietro (Elio Germano), gay solitario, sogna di fare l’attore. La sua amata Sicilia è lontana, sua cugina (Paola Minaccioni), anche se lo adora, lo tormenta notte e giorno con i suoi problemi e anche la sua sessualità fatica a realizzarsi in una relazione sana; abita a Roma e per vivere, la notte, prepara cornetti. Insomma, Pietro è uno sfigato. Fino a quando però la fortuna gli tende una mano e gli fa trovare la casa dei suoi sogni ad un prezzo stracciato nel prestigioso quartiere di Monteverde. E indovinate un po’? Nella casa aleggiano misteriose presenze…
STOOOP!!
A questo punto i lettori diranno che sembra il remake della Casa Stregata. Ma siccome il film di Ferzan Ozpetek “Magnifica Presenza”, in realtà racconta molto più di una semplice storia di fantasmi conviene fermarci qui con la trama e virare sui sentimenti che sgorgano dalla pellicola. Perché in questo film il regista de “Le Fate Ignoranti” e “Saturno Contro” (per citare alcuni dei suoi successi) ce li mette proprio tutti: amore, dolore, passione, amicizia, paura, solitudine, rabbia, gelosia e odio; e Pietro li catalizza come un parafulmine passando dall’essere semplice spettatore della propria vita a vero e proprio protagonista, per tornare, nel finale, a sedersi in platea ma scoprendo suo malgrado di essere una magnifica presenza. Un’interpretazione magistrale di Elio Germano accompagnato nel cast, tra gli altri, anche da una splendida Margherita Buy, da Vittoria Puccini e da Giuseppe Fiorello.