“Dio è straordinario! Mercoledì scorso, nel Texas, ha fatto cadere il tetto di una chiesa su 34 fedeli che si prostravano a cantare inni alla sua grandezza!”
Partiamo da una premessa che per molti di voi potrebbe essere una vera e propria delusione: Jonathan Demme nel 1991 con “Il Silenzio degli Innocenti” (uno dai miei film preferiti in assoluto) non ha inventato niente! So che vi sta cadendo il mondo addosso ma il dottor Hannibal Lektor (così viene chiamato nell’originale) era già stato presentato 5 anni prima in questo gran bel lungometraggio di Michael Mann.
Per l’esattezza Manhunter racconta le vicende riproposte in Red Dragon, dove l’agente Will Graham, pesantemente ferito in seguito alla cattura di Lecter, torna in servizio con l’obiettivo di catturare l’ennesimo serial killer. Per farlo avrà bisogno dell’aiuto proprio di Hannibal. Questa lo coinvolgerà psicologicamente, fino a minarne la stabilità mentale.
Moltissime le analogie tra i due film, compresa la fisionomia dell’assassino più famoso della cinematografia moderna (anche se l’interpretazione di Hopkins è avanti anni luce), in questa pellicola Mann ha il grande merito di proporre per primo la figura di un omicida non solo sanguinario, ma soprattutto estremamente colto, instaurando nello spettatore un senso di angoscia nuovo, più nascosto e subdolo, decisamente efficace. Film non adatto ai deboli di cuore (e di stomaco), non lasciatevelo sfuggire se anche voi siete cultori di quest’uomo di mezza età con i capelli perfettamente leccati.