“Sposatevi: ve ne pentirete. Non sposatevi: ve ne pentirete ancora. O che vi sposiate, o che non vi sposiate, ve ne pentirete in ogni caso. Ridete pure delle sciocchezze del mondo: ve ne pentirete, piangete su di esse e ve ne pentirete ancora; o che ridiate delle sciocchezze del mondo o che piangiate su di esse, ve ne pentirete in ogni caso. Fidatevi di una ragazza: ve ne pentirete. Non fidatevi di essa, ve ne pentirete ancora – o che vi fidiate di una ragazza o che non vi fidiate, ve ne pentirete in ogni caso. Impiccati: te ne pentirai. Non impiccarti, te ne pentirai ancora – o che t’impicchi o che non t’impicchi, te ne pentirai in ogni caso. Questo, miei signori, è il succo di tutta la saggezza di vivere.” Søren Aabye Kierkegaard
Storia d’alienazione che si svolge in un paesino sperduto della costa islandese. Un paesaggio glaciale, avvolto da una fredda atmosfera surreale. Una Tragedia dai risvolti quasi assurdamente comici, accompagnata, in sottofondo, da note filosofiche pessimistiche, che sembrano voler comunicare l’apatia e l’indifferenza che si sono insinuate nei gelidi cuori dei personaggi del film. Protagonista di questa storia è l’eccentrico Nói, giovane completamente disadattato e con problemi caratteriali, che vive con la nonna ed il padre ubriacone. Il ragazzo, dalle facoltà intellettive insospettabilmente straordinarie, conduce una vita molto routinaria, dividendo il suo tempo tra il bar del distributore di carburante, la libreria del villaggio e la botola segreta di casa sua, dove fugge per nascondersi e rimanere solo. A dare una scossa alla sua tranquilla esistenza ci penserà Iris, una ragazza appena arrivata in paese. Ma non sarà questa l’unica “valanga” nella vita di Nói: un indovino locale gli predice un futuro di morte… Ma a che cosa si starà riferendo esattamente?!