“E il Signore disse loro: andate nel mondo e predicate il Vangelo a tutte le creature viventi.”
Silence, lungometraggio basato sul romanzo omonimo di Shūsaku Endō, racconta la storia di due padri gesuiti, Sebastião Rodrigues (Garfield) e Francisco Garupe (Driver), i quali intraprendono un pericoloso viaggio nel Giappone del XVII secolo, dove i convertiti al cristianesimo sono vittime di persecuzioni orribili da parte dello Shogunato. A spingere i due sacerdoti non c’è solo la volontà di dare nuova linfa alla fede cristiana in Estremo Oriente ma soprattutto il desiderio di scoprire la verità riguardo a padre Ferreira (Neeson), loro antico mentore spirituale, del quale si dice che abbia rinnegato la propria vocazione per vivere secondo le tradizioni ed i valori nipponici.
Film di una bellezza e di una brutalità certamente rare, ma trattandosi di un’opera del maestro Scorsese la cosa non stupisce più di tanto. Personalmente, ciò che mi ha colpito – questa volta in negativo – sono stati alcuni degli attori del film, non tanto per le interpretazioni fornite, quanto per la loro inadeguatezza ad una pellicola di questa intensità, per lo più ambientata in un tempo così irrimediabilmente lontano dal facciotto pulito di un Andrew Garfield ahimè fuori ruolo, nonostante l’impegno profuso. Comunque da vedere assolutamente!